Non è ancora tempo per cominciare a parlare di programmi nella coalizione che ha in testa Enrico Letta. Il duo Fratoianni-Bonelli ancora non scioglie la riserva e inevitabilmente nella giornata si sono inseguite voci di rottura e di riappacificazione.
Non è ancora tempo per cominciare a parlare di programmi nella coalizione che ha in testa Letta
Nel primo mattino il segretario di Sinistra Italia in un’intervista apre a Conte: “Mi pare che tutti sono disponibili al dialogo – dice a un giornalista del Il Giorno – ma poi non si capisce mai dove lo si costruisce. Se giudicheremo impraticabile o inefficace un accordo con il Pd, e ne discuteremo anche con Europa Verde, per quanto mi riguarda tutte le strade sono aperte. Vedremo”.
Meno possibilista appariva il leader dei Verdi che invita a verificare “se ci sono le condizioni per il dialogo con il Pd” ribadendo l’impegno di “parlare di giustizia sociale e climatica e – spiega – sentiamo la responsabilità verso il Paese e per fermare le destre estreme che vogliono cambiare la Costituzione”.
Calenda vorrebbe dettare i temi e i tempi e manda un messaggio minatorio a Letta
Carlo Calenda, al solito, vorrebbe dettare i temi e i tempi e manda un messaggio minatorio a Letta ribadendo che Azione non è disposta a compromessi: “No – ha spiegato Calenda – Per Azione, la situazione più conveniente era andare da soli, ma avrebbe determinato la vittoria della destra a tavolino, senza partita. Non me la sono sentita, però ho chiesto condizioni molto stringenti a Enrico Letta, una lista precisa dell’Agenda Draghi, e che neanche un voto di Azione andasse a Di Maio o Fratoianni”.
Calenda ha spiegato che “è un patto elettorale con due leadership, quella mia e quella di Letta, distinte. Se non c’è chiarezza su cosa vogliamo fare non si va da nessuna parte. L’Agenda Draghi per noi è un perno irrinunciabile”. Anche Emma Bonino sa bene come mettere in crisi l’alleanza tra Pd e Sinistra Italiana/Verdi: “L’accordo +Europa/Azione e Pd è chiaro: Europa, Nato e agenda Draghi”, dice in un’intervista a La Stampa aggiungendo “poi i diritti, i rigassificatori necessari per sganciarci dal gas russo e il termovalorizzatore per risolvere la questione dei rifiuti di Roma”, gli elementi perfetti per spingere sulla rottura.
Giuseppe Conte chiede di non essere usato “per negoziare con il Pd”
Non male per essere un’alleanza che vorrebbe presentarsi credibile alle elezioni. Mentre nel Pd Laura Boldrini si espone per evitare la rottura (“Considero fondamentale che Sinistra Italiana ed Europa Verde siano parte dell’alleanza elettorale con piena dignità”, scrive su Twitter) mentre dal Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte chiede di non essere usato “per negoziare con il Pd”.
Siamo al pomeriggio quando esce un comunicato in cui si annuncia un documento congiunto di Sinistra Italiana e Verdi in cui verranno messi nero su bianco alcuni punti “imprescindibili” di programma. Si vuole sostanzialmente ripetere la scenetta (poco edificante) di Calenda che torna con lo scalpo di Letta da offrire ai suoi.
Dentro c’è il no al nucleare che invece Calenda sostiene. In serata dopo la riunione con Letta Bonelli dice: “Dal segretario del Partito democratico abbiamo ottenuto segnali di apertura, abbiamo posto alcuni punti, ora aspettiamo risposte”.
“Nelle prossime ore la nostra alleanza si confronterà. Discuteremo e poi faremo le nostre valutazioni e, spero in tempi rapidi, entro 48 ore, capiremo se ci sono le condizioni” per un’alleanza: “Ora comincia una riflessione e ci aspettiamo una riflessione anche nel Pd”, spiega Fratoianni di Sinistra Italiana. “Abbiamo rappresentato un disagio, non solo nostro ma nel Paese – ha aggiunto Bonelli dei Verdi – e il Pd deve farsi partecipe e carico di questo disagio”. Si ritorna al punto di partenza.