Non servono molte a parole a volte per far passare un concetto forte e chiaro. In questo caso a Luigi Di Maio ne sono bastate sei: “Era così allora, è così oggi”, ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri postando un articolo del marzo 2018 dal titolo: “Berlusconi chiama, Di Maio si nega al telefono: ‘No, grazie’”. Il riferimento è alla possibilità che, a fronte della necessità di un clima collaborativo vista la situazione che l’Italia (e non solo) sta vivendo a causa della pandemia, Forza Italia possa entrare in maggioranza.
Eventualità che, appunto, viene esclusa oggi e che è sempre stata ribadita dall’ex capo politico del M5S: con Silvio Berlusconi non c’è possibilità di alleanza, ne organica, né temporanea, né di scopo, o in qualunque modo la si voglia chiamare. “Quando c’è lealtà istituzionale è un bene – ha poi sottolineato Di Maio – soprattutto in un momento così delicato, e mi auguro che arrivi la stessa lealtà anche da altre forze dell’opposizione. Però non ci sono problemi di maggioranza, per cui non ha senso discutere dell’ingresso di FI in maggioranza. Io rispetto tutti, ma il Movimento 5 Stelle e Berlusconi sono due mondi diversi”.
Un messaggio chiaro a Conte (qualora fosse interessato) e a chi, come il dirigente Pd Goffredo Bettini (vicinissimo al segretario Zingaretti) nei giorni scorsi, e il leader di Iv Matteo Renzi l’altro giorno, ha addirittura non preso solamente in considerazione ma addirittura auspicato l’ingresso degli azzurri nell’attuale maggioranza.