di Stefano Sansonetti
Sul terreno minato delle sigarette elettroniche scende anche la Corte dei conti. Non sono stati giorni semplici per i giudici di via Baiamonti, a quanto pare oggetto di varie pressioni per dare il via libera al secondo decreto firmato dal ministro uscente dell’economia, Fabrizio Saccomanni, il cui obiettivo è mandare a regime il prelievo fiscale del 58,5% sulle e-cig e tutto il sistema delle autorizzazioni. Peccato che, come rivelato da La Notizia del 15 febbraio scorso, il provvedimento in questione sia stato firmato dal ministro il 12 febbraio, timbrato dal Dipartimento delle finanze il 13 e “bollinato” dalla Ragioneria generale dello Stato il 14. Una velocità come minimo sospetta, tanto più che il governo in quei giorni si è dimesso. Ora, sul decreto Saccomanni, che seguiva un primo provvedimento fortemente contestato dalle aziende che vendono e-cig, era necessario il passaggio alla Corte dei conti, che è appunto avvenuto ieri. I giudici contabili, alla fine, hanno dato il via libera, facendo però notare al Tesoro (in particolare ai Monopoli di Stato) che il testo è stato adottato in data 12 febbraio, mentre la norme a cui si pretende di dare attuazione prevedono l’applicazione del prelievo del 58,5% sulle sigarette elettroniche a partire dal 1° gennaio 2014. Uno sfasamento temporale ai limiti del surreale, che tra l’altro mette in pericolo gli incassi dello stato se solo si tiene conto dei tempi di autorizzazione.
Del resto lo stesso canovaccio era stato seguito in occasione del primo decreto Saccomanni, fortemente criticato dalla Corte dei conti perché firmato il 16 novembre del 2013, mentre la legge ne prescriveva l’adozione entro il 31 ottobre dello stesso anno. Insomma, pasticcio dopo pasticcio si è arrivati all’ultimo via libera della Corte dei conti, pur con forti riserve. Su via Baiamonti, a quanto filtra, si sono abbattute forti pressioni da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, diretta da Giuseppe Peleggi, e da parte della direzione normativa dei Monopoli guidata da Italo Volpe (che si è occupata direttamente del provvedimento), tutti preoccupati di dare attuazione a norme molto ben volute dalla lobby dei tabaccai ma letteralmente invise ai produttori di e-cig. I quali, attraverso le sigle Anafe-Confindustria, Fiesel-Confesercenti e Life-Federcontribuenti, proprio ieri avevano scritto una lettera al presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri, per chiedergli di prendere tutto il tempo necessario per il controllo sul decreto. Alla fine, però, la Corte ha dato disco verde. E così l’appuntamento determinante è fissato oggi al Tar, per decidere della sospensiva del primo decreto Saccomanni e della questione della sua legittimità costituzionale.
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