Sicurezza sul lavoro, la proposte del Movimento 5 Stelle al governo Meloni per mettere fine agli incidenti

Sicurezza sul lavoro, la proposte del Movimento 5 Stelle al governo Meloni per mettere fine agli incidenti

Sicurezza sul lavoro, la proposte del Movimento 5 Stelle al governo Meloni per mettere fine agli incidenti

Istituzione della Procura nazionale del lavoro, introduzione del reato di omicidio sul lavoro, estensione al settore agricolo del Durc di congruità (oggi attivo nell’edilizia). Sono le proposte per garantire la sicurezza sul lavoro che il M5S ha rilanciato in un convegno alla Camera a cui, oltre ai parlamentari pentastellati, hanno partecipato Cgil, Cisl, Uil e Usb, il magistrato Bruno Giordano, lo scrittore Maurizio De Giovanni ed Emma Marrazzo, mamma di Luana D’Orazio, la giovane morta stritolata da un orditoio in un’azienda tessile di Prato il 3 maggio 2021.

“Serve un pacchetto sicurezza, che parta dalla riforma degli appalti e dei subappalti” ha esordito il presidente del M5S, Giuseppe Conte, che ha concluso i lavori. “Abbiamo sempre ritenuto che il rafforzamento dell’Ispettorato del lavoro fosse indispensabile – ha aggiunto -. E serve una Procura nazionale del lavoro che possa in modo specialistico perseguire e vigilare sui reati. È fondamentale. Dobbiamo insistere per introdurre l’insegnamento della cultura della sicurezza nelle scuole secondarie”.

Sicurezza sul lavoro, la proposte del Movimento 5 Stelle al governo Meloni

“Cara ministra Calderone” ha ripreso l’ex premier rivolgendosi direttamente alla titolare del Lavoro “hai azzerato qualsiasi strategia ispettiva, neutralizzato la funzione deterrente e preventiva di controlli e prevenzione. Quando ho sentito il motto di Meloni ‘non disturbare chi vuole fare’ ho pensato a una camera d’albergo, con il cartello do not disturb. Ma non si può dire a un’azienda ‘chiuditi in una stanza e nessuno ti viene a disturbare’. È un concetto declinato schizofrenicamente da questo governo”, perdipiù in un Paese che ha visto il 2023 “chiudersi con 1.041 vittime sul lavoro – ha ricordato Conte -. Questi sono i numeri bianchi, poi ci sono quelli non certificati, numeri di infortuni che non vengono denunciati”.

“Abbiamo proposto un disegno di legge che parte dai numeri drammatici: 4.000 morti sul lavoro negli ultimi dieci anni, che sono tre morti al giorno sul lavoro e 4 milioni di persone ferite, 300mila che hanno danni permanenti e 300mila che si ammalano per agenti inquinanti e ritmi usuranti del lavoro” ha spiegato il capogruppo del M5S in commissione Cultura al Senato Luca Pirondini, primo firmatario della proposta per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. “Una legge che si basa su due filoni importanti: uno è quello della prevenzione e l’altro è legato all’aumento delle pene. Ci sarebbe sembrato limitativo soffermarci solo su quest’ultimo punto” ha spiegato.

M5S chiede di istituire una Procura speciale sulla sicurezza sul lavoro

“La proposta di istituire in Italia una Procura speciale sulla sicurezza sul lavoro è stata già avanzata del M5S nella scorsa legislatura” ha ricordato invece il vicepresidente 5S Mario Turco, che reputa questo uno strumento utile “perché i diversi processi che si sono avviati negli anni non giungono a conclusione con l’accertamento delle responsabilità”. Da qui, per Turco, la necessità di “coordinare le attività di indagini con nuovi strumenti normativi e fornire alla magistratura strumenti non solo ex post” ma anche ex ante, al fine di “agire sulla prevenzione”.

Per il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, “la patente a crediti, così come è stata strutturata, non risolve il problema. Fa arrivare le aziende a 90 crediti, non sospende l’attività immediatamente e nella maggior parte dei casi sospende i punti dopo il percorso giudiziale, ma i nostri dati dicono che la stragrande maggioranza dei processi va in prescrizione, quindi non paga nessuno. C’è qualcuno – ha ripreso Bombardieri – che sostiene che non bisogna disturbare chi fa: non è un’affermazione di Uil o M5S, ma del presidente del Consiglio che dice che non bisogna disturbare le aziende. Per noi viene prima la vita, sempre, non solo quando si parla dei consultori”.

Le parole del magistrato Giordano

Bruno Giordano, magistrato ed ex direttore dell’Inl, ha ricordato invece come il ddl Semplificazioni preveda che “l’ispettore del lavoro avvisi dieci giorni prima l’azienda da ispezionare. Quale imprenditore, se ce li ha, fa trovare i lavoratori in nero sapendo in anticipo che gli arriverà un controllo? Questa è la rinuncia totale da parte dello Stato non solo alle ispezioni, ma alla legalità. Una forma di amnistia permanente, gratuita, in materia di legalità del lavoro. Lo Stato non può e non deve arrendersi all’illegalità”. “Nel nostro Paese purtroppo i tre morti al giorno non sono una notizia, non ‘pesano’, perché in Italia ‘pesa’ chi arriva al telegiornale” ha detto Maurizio De Giovanni. “Le gravissime menomazioni perenni, le invalidità vengono oscurate – ha proseguito -. I numeri non diventano mai storie. Questa è una strage: l’omicidio sul lavoro è una necessità. Sappiamo chi c’è nelle nostre campagne ma il profitto viene difeso sempre, strenuamente”.

“Il macchinario con il quale lavorava mia figlia era stato sabotato e lei ne era all’oscuro. Luana aveva voglia di vivere, il suo è stato un omicidio vero e proprio” le parole di Emma Marrazzo. “Dietro ai numeri ci sono le famiglie, ma dopo la tragedia che mi ha colpito non è cambiato nulla. Anzi, le cose sono peggiorate e sono morte altre migliaia di persone. Mi rivolgo nuovamente alla premier Meloni e alla ministra Calderone: bisogna cambiare le cose, nessuno deve essere più costretto a vivere ciò che provo io: un dolore senza fine. La patente a crediti? È una presa in giro”.

“La prevenzione, la formazione e l’informazione di qualità sono il fulcro per costruire tutto” e “investire sul salario minimo significa anche investire in sicurezza sul lavoro” ha chiosato l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.