Tornano a far paura i numeri di Sardegna e Sicilia. L’ipotesi del passaggio in zona gialla, paventato una settimana fa, sembra farsi di nuovo molto concreto. Sapremo domani se il declassamento ci sarà per le due isole. In Sardegna si è registrata una impennata dei casi, con 487 nuovi positivi con un tasso di positività che sfiora i 5,8%. Anche i pazienti in terapia intensiva sono in aumento di due unità, il totale è di 24 ricoverati.
I dati Agenas parlano di un peggioramento per le intensive arrivate al 12% (la quota limite è al 10%) mentre nelle aree non critiche resta al momento al 14%, un filo sotto al limite del 15%. In Sicilia i positivi di ieri sono stati 1.409 e continuano a crescere anche le intensive che sono arrivare a quota 102 ricoverati. Osservata speciale resta anche la Calabria dove il numero di ricoverati continua ad aumentare così come quello dei positivi, ieri sono stati 349 (martedì 234).
Il generale Francesco Paolo Figliuolo (nella foto), capo della struttura commissariale, ha ribadito che l’obiettivo di vaccinare “l’80% della popolazione over 12 entro il 30 settembre” sarà “pienamente completato”. Un accelerazione della campagna vaccinale serve per la fascia di età compresa tra i 30 e i 59 anni. Sono infatti oltre sei milioni le persone comprese in questo range che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino. E il discorso dell’immunità di gregge si incrocia, necessariamente, con il tema dell’obbligo vaccinale.
A destra continua a far resistenza la Lega (leggi l’articolo). “Io sono contro multe, divieti e sanzioni – dice Matteo Salvini – se qualcuno pensa all’obbligo sbaglia completamente. La soluzione sono i test salivari gratuiti, questa sarà la richiesta della Lega”. E a favore dell’obbligo vaccinale si dichiara Fabio Ciciliano, membro del Comitato tecnico scientifico. “Io vedo un percorso vaccinale di obbligo tout court – dice – in caso poi di valutazione in sede politica che non consente di raggiungere un obiettivo del genere, allora è necessario lavorare per classi di età o tipologie lavorative. L’obiettivo finale è incrementare il numero delle persone che sono immunizzate”.
E ancora: la vaccinazione “è la soluzione tecnica migliore per aumentare la copertura immunologica della popolazione di riferimento”. E sul tema dell’obbligatorietà vaccinale potrebbe fare scuola la sentenza arrivata ieri dalla Corte dei diritti umani che ha respinto la richiesta di 672 pompieri professionisti e volontari di imporre al loro Paese una serie di misure “urgenti” contro la legge emanata il 5 agosto per gestire l’emergenza sanitaria creata dal Covid.
I vigili del fuoco chiedevano alla Corte di Strasburgo di ordinare alla Francia di sospendere l’obbligo vaccinale previsto dalla legge, o in alternativa di imporgli di non sospendere dal lavoro chi non si immunizza, o comunque di non interrompere il pagamento del salario a chi non si è fatto iniettare il vaccino. Secondo i pompieri la legge francese, che dal 15 settembre prevede sanzioni per coloro che non saranno vaccinati, violerebbe il loro diritto alla vita e quello al rispetto della vita privata e familiare.
Nel rifiutare la richiesta, la Corte di Strasburgo ha spiegato che la situazione presentata dai vigili del fuoco non rientra tra quelle per cui si possa intimare ad uno Stato di adottare misure urgenti. Tale iniziativa può essere adottata infatti solo nel caso si arrivi alla conclusione che ci sia un reale pericolo per la vita o l’integrità fisica di una persona. Nonostante il diniego però, la Corte ha comunque lasciato una porta aperta. La decisione presa, spiegano infatti a Strasburgo, non preclude alla Corte di pronunciarsi in un secondo momento sulle rimostranze dei vigili del fuoco.