Venite in Sicilia, regione di uomini con la coppola a caccia di belle donne. Nell’epoca della comunicazione 2.0, il Governo italiano ha trovato il modo perfetto per fare autogol, ricalcando i peggiori stereotipi dell’isola. Ma cosa ha combinato di preciso Palazzo Chigi? L’idea alla base era semplice: mettere a disposizione dei giornalista un’applicazione per accreditarsi al G7 di Taormina del 26-27 maggio. Il problema è tutto nel manifesto scelto: ritrae un uomo con la coppola, sigaretta in bocca, che guarda una bella donna. Un cliché ritrito, tramutatosi in una figuraccia mondiale: di sicuro non ha fornito un’immagine positiva della sede scelta per il vertice dei grandi della terra. Ci mancava solo una lupara nell’immagine per completare l’opera di italico autolesionismo, che mette in primo piano, addirittura di fronte alla alla platea mondiale, i vizi e lascia sullo sfondo le bellezze. Che in Sicilia non mancano.
Grande caos – Sulla foto si è abbattuta una slavina di polemiche fino a portare al ritiro della stessa immagine. La questione infatti non era più legata a un errore di comunicazione, ma si è trasformato in un caso politico e istituzionali. D’altra parte il danno era ormai fatto con la locandina diffusa giù ovunque. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha preso carta e penna per chiedere chiarimenti al premier, Paolo Gentiloni: “Un’immagine che sembra richiamare improvvisati ‘servizi turistici’ più che un vertice internazionale con i maggior leader mondiali”. Il numero uno del parlamentino della Sicilia ha ribadito il proprio disappunto: “Sono abituato, ma non rassegnato, ai continui attacchi delle tv nazionali, anche del servizio pubblico, nei confronti della nostra bella Sicilia. Di certo, però, non avrei mai immaginato di dover prendere le distanze da uno spot, che non fa altro che alimentare i soliti stereotipi sui siciliani e che non giova a nessuno, tanto meno a un’talia che intende ripartire”. Una delle prime a sollevare la questione è stata l’ex assessore regionale al Turismo della Sicilia, Cleo Li Calzi: “Renzi aveva scelto Taormina, preferendola anche a Firenze, perché voleva dare al mondo un’immagine mediatica della Sicilia sganciata dai pregiudizi e fondata sulla bellezza del suo patrimonio culturale. Non devono averlo compreso….”. Giusi Savarino, leader del movimento leader di Diventerà bellissima, ci è andata giù altrettanto dura: “Perché la Sicilia, meravigliosa terra di cultura, storia, accoglienza, bellezza, deve essere sempre umiliata e mortificata? Vorrei sapere chi è questo creativo alla Giletti, ma soprattutto chi ha dato il briefing per questa campagna”.
Polemica politica – Anche i parlamentari siciliani hanno alzato la voce: “È arduo pensare di poter fare l’Europa se non si conosce casa propria. L’immagine diffusa per promuovere il G7 di Taormina è fuori luogo, fuori tempo e quindi fuorviante e controproducente”, ha commentato il senatore di Forza Italia, Renato Schifani. L’ex presidente dell’Aula di Palazzo Madama ha rincarato la dose: “È un danno immeritato per l’Isola e una involontaria dichiarazione di cecità antropologica da parte del governo centrale. Se è questa l’idea che Palazzo Chigi ha della Sicilia forse sarebbe meglio che non se ne occupasse”. La protesta è stata bipartisan: “Promuovere il G7, con l’invio di quella foto è assurdo quanto incredibile”, ha attaccato Michela Giuffrida, eurodeputata del Partito democratico. “Resta amara la consapevolezza che, aver messo la coppola sul G7 – proprio per usare un frasario locale vecchio quanto discutibile – per sconfiggere lo stereotipo Sicilia/terra di mafia, è davvero inutile se i primi a vederci con gli occhi de Il Padrino siamo noi”, ha concluso l’esponente dem.