Era il maggio dello scorso anno quando il presidente della Repubblica rivolse una moral suasion ai presidenti di Camera e Senato per limitare la decretazione d’urgenza e i decreti omnibus. Ma il governo Meloni sta disattendendo l’appello di Sergio Mattarella. Elisa Pirro, capogruppo M5S in commissione Bilancio del Senato, che ne pensa?
“Penso che il richiamo del Presidente della Repubblica fosse sacrosanto. Detto questo, si trattasse almeno di decreti omnibus con misure in qualche modo utili e risolutive per lavoratori, famiglie, imprese. Invece contengono misure inutili e spesso dannose, come dimostra la serie impressionante di fallimenti economici del Governo Meloni”.
Prima delle Europee il governo ha messo in cantiere una serie di decreti spot come il salva-casa e un testo che alleggerisce le sanzioni tributarie.
“La mia opinione è che siamo di fronte a qualche spot pubblicitario che intende occultare la dura realtà dei fatti. Si propone un salva-casa, che sa di condono, per non far emergere che questo Governo ha aumentato le tasse sulla casa, per esempio cancellando le agevolazioni fiscali per i giovani che stipulano un mutuo per l’acquisto della prima casa, cancellando le agevolazioni fiscali per l’acquisto degli immobili a più alta efficienza energetica, aumentando la ritenuta sui bonifici parlanti per la fruizione dei bonus edilizi, aumentando la cedolare secca sugli affitti brevi, affossando il Superbonus e il meccanismo della cessione dei crediti fiscali. Per non parlare dell’aumento delle altre tasse, attraverso la cancellazione degli sconti sulle accise sulla benzina, che la Meloni aveva promesso di abolire, e l’aumento dell’Iva su pannolini, latte in polvere, seggiolini, assorbenti. La realtà è questa, quella di un Governo tutto tagli e tasse, il resto è la solita televendita di Centrodestra prima delle elezioni”.
Patto di stabilità. Cosa chiedete con la mozione presentata in Parlamento?
“Il nuovo Patto di stabilità è un fallimento totale del Governo di Centrodestra e del Commissario europeo Gentiloni, esponente di spicco del Pd. E’ un Patto dannoso per l’Italia e per l’Ue, portatore di una micidiale austerità che per noi si tradurrà in correzioni dei conti tra i 10 e i 13 miliardi l’anno, come stimato dai più autorevoli osservatori economici. Ed è un accordo dannoso perché è marcatamente anticiclico, non permetterà tutti quegli investimenti massicci che oggi servono all’Unione europea se non vole restare schiacciata tra Usa e Cina. In conclusione è un Patto che certifica il fallimento della narrazione sovranista della Meloni e la subalternità di tutto il Governo ai circoli e ai club tecnocratici. Del resto i colleghi parlamentari di Centrodestra lo sanno così bene da essersi astenuti all’Europarlamento su questo Patto, con una manifestazione di ipocrisia che di fatto ha sconfessato l’operato della stessa Meloni e del ministro Giorgetti, esattamente come l’astensione del Pd ha in pratica sconfessato l’operato del commissario Gentiloni. L’unico a votare contro questo Patto è stato il M5S”.
Superbonus. La retroattività è l’ultimo pasticciaccio del ministro dell’Economia?
“Se il Superbonus fosse il Vajont, come dallo stesso Giorgetti evocato con totale assenza di sensibilità per una tragedia immane della storia italiana, il responsabile numero uno sarebbe lui, perché gestisce la misura ininterrottamente da più di tre anni, prima come ministro dello Sviluppo e poi come titolare dell’Economia. La realtà è che il Centrodestra ha impostato una strategia comunicativa sperando di poter dare tutta la colpa alla misura, facendone una sorta di Superalibi 110% per occultare un’impressionante serie di disastri: crescita da zero virgola già nel 2023 e in prospettiva anche nel 2024; conseguente aumento del debito pubblico nei prossimi anni; diminuzione dei redditi reali degli italiani nel 2023 certificata da Istat e Ocse; propensione al risparmio degli italiani al livello più basso dal 1995; finanziamento della sanità pubblica in rapporto al Pil al 6,3%, livello più basso dal 2007; record di persone in povertà assoluta, con 5,7 milioni di individui; 14 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, con il 2023 che ha chiuso al -2,5%; clamoroso fallimento del carrello tricolore, con il carrello della spesa cresciuto del 9,5% nel 2023, addirittura in aumento dall’8,4% del 2022, anno di picco dell’inflazione; vile retromarcia sulla tassa sugli extraprofitti bancari, con zero euro di gettito per aiutare chi è in difficoltà nel pagamento delle rate dei mutui; supina accettazione da parte del Governo del nuovo Patto di stabilità rifilatoci da Germania e Francia; incapacità di gestire e mettere a terra il Pnrr, con rimodulazioni che nascondono solo tagli di progetti e rinvio della maggior parte degli investimenti al biennio 2025-26”.