La richiesta di archiviazione per 116 indagati di Mafia Capitale scatena gli avvocati penalisti. “A Roma si è fatto un polverone”, dice il presidente della Camera penale, Francesco Tagliaferri.
In un Paese che rispetta i principi della presunzione di innocenza possibile che tante persone siano messe alla gogna?
È un aspetto fisiologico di questa Italia dove spesso fa un polverone sul niente. L’avvio dell’inchiesta ha voluto creare un processo mediatico parallelo per condizionare il giudizio del giudice. Si è colpito tutto indiscriminatamente, dalla Regione al Comune, facendo intendere che la mafia a Roma fosse ramificata dappertutto. Invece non è così.
Persone marchiate col timbro infamante della mafia. Chi può risarcirle?
È chiaro che nessuno risarcirà. Trovo assurdo che vengano comunicati i nomi degli indagati quando gli elementi sono così fumosi. Perché una richiesta di archiviazione così estesa lascia pensare che non ci fossero elementi tali da creare quell’inferno mediatico.
E ora c’è modo di riparare al torto subito da tutte queste persone?
Si può fare solo moralmente a livello mediatico. La notizia dell’archiviazione dovrebbe essere pubblicata per lo stesso tempo in cui è stata diffusa quella di colpevolezza. Ma purtroppo questo non accadrà. I giornali hanno le loro regole.