Tanti i politici che nell’inchiesta Mani Pulite, ancora il simbolo della lotta alla corruzione, si sono salvati grazie alla prescrizione. I tempi lunghi della giustizia hanno consentito loro di cavarsela con un proscioglimento. Né colpevoli né innocenti, ma, come spesso si sente ripetere nelle aule giudiziarie, semplicemente andati prescritti. Un neo più volte evidenziato da Antonio Di Pietro, in prima linea come pm a Milano in quegli anni e poi a lungo impegnato in politica.
Onorevole Di Pietro, alla luce anche di quell’esperienza come magistrato, cosa pensa del dibattito in corso sulla riforma della prescrizione e soprattutto sullo stop alla prescrizione previsto dalla legge cosiddetta Spazzacorrotti?
Premetto che Spazzacorrotti è la solita iperbole, che vuol dire tutto e niente e serve solo a illudere cittadini. Entrando invece nel merito del tema, ritengo necessaria l’interruzione della prescrizione e a mio avviso doveva essere disposta già con il decreto di rinvio a giudizio. Il ministro è stato sin troppo largo a prevedere lo stop soltanto dopo la sentenza di primo grado. Sono quindi estremamente favorevole alla riforma. Quando si dispone un processo la prescrizione si deve stoppare.
Dovrebbero però essere ridotti anche i tempi dei processi per non rischiare di finire imputati a vita.
La prescrizione e il problema dei processi sono due questioni diverse. In uno stato di diritto, dopo il rinvio a giudizio è necessario arrivare a una sentenza per sapere se si è innocenti o colpevoli. Rinunciare a processare qualcuno dopo un certo tempo è una rinuncia per lo Stato e per la collettività. In uno stato di diritto va poi salvaguardato anche il principio dei tempi certi della giustizia affinché con tempi certi appunto un colpevole venga punito e un innocente riconosciuto tale. Lo Spazzacorrotti è un’offesa al buon senso, perché c’è bisogno di un intervento radicale e sostanziale nel sistema processuale penale, riducendo i gradi giudizio, i reati e prevedendo una serie di interventi amministrativi necessari per far funzionare la macchina, dal raddoppio degli addetti al sistema giustizia, delle forze ordine, di magistrati e cancellieri, al potenziamento delle strutture logistiche, comprese le strutture carcerarie.
Senza una tale riforma ritiene si possano comunque stoppare i termini di prescrizione?
Chi si appella a questa scusa fa una furbata per rinviare a domani il problema. è una necessità la riforma della giustizia, ma il fatto che ancora non sia stata fatta non è una buona ragione per non mettere mai la parola fine alla prescrizione. Chi sostiene questo è il solito furbacchione.
Pure gli avvocati si oppongono alla riforma.
Tutti meno uno, cioè io, che ora sono un avvocato. Non vi è dubbio che vi sia chi lo fa per un motivo nobile e che per uno meno nobile, chi da cittadino si rende conto che tenere un innocente in attesa di proclamare la sua innocenza per tanti anni è ingiusto e chi vuole tenere il colpevole per tanti anni ad aspettare che arrivi la prescrizione.
Stupito dal fatto che a cercare di bloccare lo stop alla prescrizione sia Forza Italia?
La vicenda è molto trasversale. Tirarla a campare e a farla franca non ha colore. Quando si parla di salvare la giubba non esiste colore. è trasversale, anzi circolare. Li piglia tutti.