Era solo campagna elettorale. La spaccatura interna alla maggioranza sul decreto Superbonus si è dissolta nel nulla. Il decreto ha ottenuto il via libera del Senato con il voto di fiducia. Senza defezioni. Forza Italia, alla fine, si è piegata e ha votato a favore con Fratelli d’Italia e Lega. Come se nulla fosse. Chiudendo così una settimana di polemiche, con tanto di scontro diretto tra il leader azzurro, Antonio Tajani, e il ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
La maggioranza torna unita dopo la spaccatura in commissione Finanze. Ovvero dopo l’astensione di Forza Italia e l’aiuto decisivo arrivato dall’assenza del senatore delle Autonomie e dal voto a favore di Italia Viva. In Aula, a Palazzo Madama, il provvedimento è stato approvato con 101 voti a favore e 64 contrari. Ora, dopo la fiducia al Senato, si passa all’esame della Camera, dove tutto dovrebbe filare liscio per la maggioranza. Il governo ha introdotto, con questo decreto, un’altra stretta sul Superbonus con il cosiddetto spalma-crediti, che porta le detrazioni a 10 anni. L’unica vera novità è però il rinvio delle sugar tax al luglio 2025, come chiesto da Forza Italia.
Uno scontro da campagna elettorale: sul Superbonus tra Fi e Lega era solo una pantomima
Dal punto di vista politico, la protesta di Forza Italia è rientrata. Forse più elettorale che altro. Gli azzurri si sono mostrati vicini alle banche che anche nelle ultime ore, con il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, parlano di norma “imprevista e imprevedibile”. E alle imprese che hanno lamentato soprattutto la retroattività dello spalma-crediti. Proprio come fatto da Tajani. L’astensione in commissione è servita a non perdere la faccia dopo la protesta, ma in Aula gli azzurri hanno votato la fiducia e il provvedimento. Insomma, la minaccia non era poi così concreta. Ma con le europee alle porte, magari è servita a fini elettorali. Così come può avere lo stesso scopo la linea dura del resto del governo contro il Superbonus.
Il supporto di Italia Viva, come detto, è stato decisivo. Anche se ora Matteo Renzi parla di “misura sbagliata” e vota contro il decreto, ritenendo che il sì in commissione servisse solo a rinviare la sugar tax. Intanto a destra le scorie restano, anche se lo scontro rientra. Tajani ribadisce le “molte perplessità” su una legge retroattiva parlando di una “questione di principio”, ma sottolinea anche che un emendamento non condiviso non può far venire “meno la fiducia nel governo: abbiamo votato e lo faremo sempre la fiducia”.
Eppure alla Lega le proteste di Forza Italia non sono piaciute. Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze, ricorda che per rinviare la sugar tax si è “raschiato il fondo del barile” dal punto di vista delle coperture e aggiunge che è stata dura ma alla fine il provvedimento è stato portato a casa, “nonostante tutto, nonostante l’atteggiamento di Forza Italia”. Una frecciatina arriva anche dal capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo: “Se la Lega avesse fatto solo la metà di quello che ha fatto Forza Italia, avrebbero dato tutti addosso a Salvini dandogli dell’irresponsabile”. Ma ora la farsa sembra finita: approvato il decreto la campagna elettorale può riprendere. Tanto, alla fine, l’unità le destre la ritrovano sempre.