Elena e Marco Cappato: due vite e destini che si sono uniti e poi divisi per sempre. Si chiama così la donna che ha deciso di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera dopo una diagnosi senza speranza dei medici. Così l’ultimo e lungo viaggio per mettere fine alle sue sofferenze. Ora, Cappato che ha accompagnato la donna rischia il carcere.
Elena: Cappato ha dato la notizia della donna che ha deciso di ricorrere al suicidio assistito
“Elena è una donna veneta di 69 anni, affetta da patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi. Il nome di fantasia Adelina usato per le sue ultime ore di privacy è stato ispirato dalla canzone che ha scelto per i suoi ultimi momenti, Ballade pour Adeline, di Richard Clayderman, appena avvenuti nella zona di Basilea”. Così si legge nell’annuncio dell’Associazione Liberi Fino alla Fine. La donna ha deciso di mettere fine alla sua vita con il suicidio assistito, facendosi accompagnare in Svizzera da Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
La 69enne aveva ricevuto la diagnosi di microcitoma polmonare a inizio luglio 2021. I medici le avevano detto che avrebbe avuto poche possibilità di sopravvivenza. Dopo tentativi di cure, le è stato detto che c’erano pochi mesi ancora di vita e allo stesso tempo difficili da affrontare. Su Facebook è stato diffuso il suo ultimo messaggio che racconta i motivi che l’hanno spinta a prendere una decisione così forte.
“Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita – ha detto Elena nel suo ultimo messaggio prima di morire – e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia. Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito. Purtroppo questo non è stato possibile e, quindi, ho dovuto venire qui da sola”.
Cappato si autodenuncia e domani andrà a costituirsi
La notizia della morte di Elena è stata data da Marco Cappato sui social, dopo aver accompagnato personalmente dal Veneto la donna in Svizzera. “Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso. Domattina( 3 agosto), in Italia, andrò ad autodenunciarmi”. Cappato rischia circa 12 anni di carcere perché in Italia non è previsto il suicidio assistito ed inoltre non è legale essere complici di questo tipo di pratica.
“È stato un viaggio lungo, oltre otto ore dal Veneto – ha raccontato Cappato dopo essere arrivato in Svizzera -, un viaggio reso necessario dal fatto che Adelina (Cappato aveva usato un nome di fantasia per riferirsi a Elena, ndr) non avrebbe potuto ottenere questa possibilità in Italia, perché la sentenza della Corte costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale. La signora Adelina è malata terminale di cancro, ha davanti una prospettiva di vita molto breve e di sofferenza sempre crescente, ma non è attaccata a una macchina”.