Si allarga l’inchiesta sulle firme false di Palermo per il Movimento 5 Stelle. E così, mentre la deputata M5s Claudia Mannino e il marito si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti ai pm, spiccano nuovi indagati. Sia la Mannino che il marito sono indagati insieme ad altre undici persone per il caso delle firme false sulla lista 5 stelle alle comunali di Palermo del 2012. L’accusa è che nella notte prima della consegna dei moduli, per rimediare a un errore formale, siano state ricopiate dalle originali centinaia di firme a sostegno del M5s. La parlamentare e il marito si sono anche rifiutati di rilasciare il saggio grafico richiesto dai magistrati. Salgono così a tre gli indagati (insieme a Samanta Busalacchi) che non hanno risposto ai magistrati.
Ma ora pare che anche la parlamentare (e anche lei palermitana, come Riccardo Nuti e la stessa Mannino) sia coinvolta nell’inchiesta anche la parlamentare Giulia Di Vita.
Finora si sono sottoposti a interrogatorio solo l’attivista Alice Pantaleone e il deputato all’Ars del M5s Giorgio Ciaccio. Durante l’interrogatorio, come si apprende, quest’ultimo ha reso ampia confessione sul suo coinvolgimento nella vicenda delle firme false. Ciaccio, come aveva fatto la deputata Claudia La Rocca, si è autosospeso, ha raccontato ai magistrati cosa era accaduto la notte di aprile del 2012 nel corso della quale furono ricopiate centinaia di firme false per le amministrative del 2012. In giornata saranno sentiti l’ex capogruppo grillino alla Camera, Riccardo Nuti, poi toccherà all’avvocato Francesco Menallo e al cancelliere Giovanni Scarpello, che avrebbe autenticato le firme falsificate.