La Guardia di Finanza di Milano ha svolto delle perquisizioni al Pio Albergo Trivulzio e in altre case di riposo lombarde, nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo ed epidemia colposa aperta in seguito agli oltre 100 decessi, attribuiti all’epidemia di Coronavirus, avvenuti nella storica casa di riposo milanese e in altre strutture sanitarie private. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, dai giorni scorsi risulta indagato il direttore generale dell’Istituto, Giuseppe Calicchio.
Gli inquirenti, secondo quanto apprendono le agenzie di stampa, stanno verificando eventuali carenze nei protocolli interni e dei dispositivi di sicurezza. Alcuni operatori sanitari hanno denunciato la mancata messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, che sarebbero stati addirittura invitati a non indossare “per non creare allarmismi”. In una lettera, inoltre, una novantina di medici della struttura ha asserito che le mascherine sarebbero state invece messe a disposizione “a partire già dal 23 febbraio”.
Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti in corso a Milano nell’ambito della stessa inchiesta riguardano, oltre al Pio Albergo Trivulzio, anche altre residenze sanitarie assistite, come la Sacra Famiglia di Cesano Boscone e un’altra Rsa di Settimo Milanese. La Guardia di Finanza ha sequestrato, in particolare, le cartelle cliniche degli ospiti. Analoghe attività anche alla “Baggina”‘ e alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
Il primo atto compiuto dai pm milanesi, Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, era stato quello di iscrivere nel registro degli indagati proprio il direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, ma anche i legali rappresentanti dell’Istituto Don Gnocchi e della Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Al centro dell’inchiesta ci sono i decessi di anziani: al Trivulzio se ne contano, stando a quanto riferito, quasi 150. Cifra simile anche al Don Gnocchi. Tra i casi al centro delle indagini anche quelli della Rsa “Virgilio Ferrari” nel quartiere Corvetto di Milano, della “Anni Azzurri” di Lambrate, in un’altra casa famiglia nel quartiere Affori e in altre strutture più piccole.