L’ombra dell’impeachment su Donald Trump è ormai ogni giorno che passa sempre più concreta. Gli investigatori che indagano sui presunti rapporti tra l’amministrazione Trump e le autorità russe avrebbero individuato, infatti, un alto funzionario della Casa Bianca molto vicino al presidente come elemento chiave per fare luce sulla vicenda. A dirlo è il Washington Post nella sua versione online, citando non meglio precisate fonti “molto vicine alla vicenda”. E il punto è fondamentale, dato che finora le indagini sulle presunte ingerenze russe sulle presidenziali del 2016 ed i contatti tra membri dello staff di Trump e funzionari di Mosca, avevano riguardato ex membri della squadra della campagna elettorale ma nessuno che lo avesse seguito alla Casa Bianca.
Le stesse fonti sottolineano inoltre che gli investigatori restano concentrati soprattutto sulle persone che in passato hanno esercitato influenza sulla campagna elettorale di Trump, compresi l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn e il presidente del comitato elettorale Paul Manafort.
Ma c’è un nome, più di tutti, che scuote sia Trump che soprattutto l’opinione pubblica. Gli uomini dell’Fbi che indagano sul Russiagate ritengono una “persona di interesse” – tanto da volerla ascoltare – il genero del presidente, Jared Kushner.
Sempre sul caso Russiagate, il New York Times riporta oggi alcune parole pronunciate da Trump il 10 maggio incontrando nello Studio Ovale il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, e l’ambasciatore russo negli Stati Uniti. Il licenziamento di James Comey dalla guida dell’Fbi alleggerisce la “forte pressione” su di me, avrebbe spiegato il presidente americano ai suoi ospiti. “Mi trovavo sotto una forte pressione a causa della Russia” avrebbe ammesso Trump, definendo Comey un “pazzo, fuori di testa”. Ovviamente, la Casa Bianca ha minimizzato. Ma sicuramente ci saranno ulteriori novita dato che l’ex direttore dell’Fbi, James Comey, ha comunque accettato di testimoniare davanti alla commissione Intelligence del Senato sul Russiagate, ovvero sui legami tra il presidente Donald Trump e il Cremlino.