Sono bastati dieci giorni di guerra in Afghanistan – tra l’altro con i talebani che hanno incontrato resistenze quasi nulle da parte dell’esercito regolare – per riportare le lancette del tempo indietro a vent’anni fa. Questo quanto accaduto domenica quando gli estremisti islamici hanno conquistato Kabul, costringendo il presidente legittimo Ashraf Ghani a riparare all’estero, dando il ben servito all’occidente che, con complessivi 1000 miliardi di dollari, aveva tentato di instaurare la democrazia nel Paese.
Così all’indomani della nascita dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, il Paese piomba in una crisi sociale con migliaia di disperati che si sono radunati nel tentativo di lasciare il Paese mentre militari e personale delle ambasciate effettuano una precipitosa ritirata. La situazione più delicata è quella riscontrata all’aeroporto di Kabul, letteralmente preso d’assalto dai civili, con l’esercito degli Stati Uniti che fatica a tenere a bada la situazione.
“La folla era fuori controllo”, riferisce un funzionario all’agenzia Reuters rivelando che nell’assalto ci sono stati almeno 7 morti. Ma nulla sembra fermare i cittadini che temendo il ritorno alla Sharia, la legge islamica, si arrampicano sulle scalette per gli imbarchi degli aerei messi a disposizione dalle ambasciate occidentali. Un gesto estremo che, come testimoniato da diversi video, si è concluso nel peggiore dei modi ossia con la caduta letteralmente “dal cielo”, di diverse persone. Intanto i talebani sostengono che la situazione “è sotto controllo” e “non si hanno notizie di scontri”.
A dirlo è il mullah Abdul Ghani Baradar secondo cui “forniremo i servizi alla nostra nazione e daremo serenità a tutti”. Un successo travolgente che ha sorpreso perfino Baradar secondo cui “il modo in cui siamo arrivati a Kabul era inatteso” e ciò dimostra il fallimento degli 007 occidentali che non hanno capito la situazione. Nel frattempo procedono le operazioni di rimpatrio degli italiani impegnati nel Paese.
Da ieri è operativo un ponte aereo (qui la nota della Difesa) con il primo velivolo che nel pomeriggio è atterrato a Fiumicino portando in salvo i primi uomini. Intanto “Mario Draghi, ringrazia le forze armate per le operazioni” che continueranno per giorni e, con una nota, ribadisce “l’impegno dell’Italia nel proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con noi”. Un dossier su cui il premier lavora “in continuo contatto con il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e col Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio”.
PRESIDENTI IN CRISI. Intanto è mistero sul destino dell’ormai ex presidente afghano. In un primo momento sembrava fuggito in Uzbekistan con un aereo mentre, secondo fonti russe, le cose sarebbero andate diversamente. Per gli 007 di Mosca, l’uomo ha lasciato l’Afghanistan con 4 automobili e un elicottero, carico di dollari, ma non viene rivelata la sua destinazione. L’unica certezza è che Ghani si è fatto vivo su Facebook spiegando le ragioni della fuga: “Non volevo creare ulteriori spargimenti di sangue”.
Intanto a far rumore è il video in cui, l’8 luglio scorso, Joe Biden si diceva certo che “l’avanzata dei talebani si può fermare” perché “l’esercito afghano è meglio addestrato e meglio equipaggiato” e assicurava che “non ci sono possibilità che vediate persone evacuate dal tetto dell’ambasciata”. Peccato che dopo un mese a smentirlo sono stati i fatti, inclusa l’evacuazione con gli elicotteri del personale americano che ricorda quella avvenuta a Saigon in Vietnam, ossia nell’altra batosta militare subita dagli Usa. Fatti per i quali Donald Trump ha già chiesto le dimissioni di Biden.
Donne in politica ma con le regole della Sharia
Le donne potranno fare politica ed entrare nel governo, ma, avvertono i talebani, “secondo le regole della Sharia”. A dirlo all’Associated Press è Enamullah Samangani, membro della commissione Cultura degli insorti, in una delle prime indicazioni su come i talebani, vittoriosi sul piano militare, intendano governare l’Afghanistan. “L’Emirato Islamico – ha affermato Samangani – non vuole che le donne siano vittime. Dovrebbero far parte del governo, secondo i dettami della Sharia”. “Tutte le parti dovrebbero unirsi” al futuro governo, ha aggiunto. Ha poi evocato un’amnistia, ma anche in questo caso senza chiarire chi ne beneficerebbe: alcune fonti a Kabul dicono che i combattenti islamici hanno già stilato liste di afghani che hanno cooperato con le forze straniere e per questo ricercati.