“Sulla vicenda Sgarbi non ci possono essere fraintendimenti. Un sottosegretario alla Cultura indagato per riciclaggio di Beni Culturali è un’onta talmente grande che rischia di marchiare il nostro Paese per anni”. È netto il giudizio di Antonio Caso, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura alla Camera e primo firmatario della mozione per chiedere il passo indietro al sottosegretario Vittorio Sgarbi il quale, come noto, continua a resistere anche grazie al silenzio della premier Giorgia Meloni.
È arrivata in Aula la sua mozione per rimuovere il sottosegretario Sgarbi dall’incarico a causa del presunto scandalo sollevato da alcune inchieste giornalistiche. Ci può spiegare perché è tanto importante questa mozione?
“Ma vede, ci dobbiamo mettere d’accordo. Se pensiamo che sia importante salvaguardare la credibilità e l’onorabilità delle Istituzioni, allora questa mozione non è solo importante ma fondamentale. Sulla vicenda Sgarbi non ci possono essere fraintendimenti. Un sottosegretario alla Cultura indagato per riciclaggio di Beni Culturali è un’onta talmente grande che rischia di marchiare il nostro Paese per anni”.
In attesa del voto dell’Aula previsto per mercoledì, la sua mozione ha ricompattato le opposizioni, ad eccezione dei centristi. Ci dica la verità, la sorprende la scelta di Azione, guidata da Carlo Calenda, e di Italia Viva al cui vertice c’è Matteo Renzi?
“Ma perché Calenda e Renzi le risultano essere all’opposizione di questo Governo? Sì, sono seduti tra i banchi dell’opposizione, ma sono sempre la migliore stampella della Meloni quando serve. È comunque incredibile che per loro un sottosegretario alla cultura indagato, tra le altre cose per riciclaggio di beni culturali, non sia un problema. Del resto ognuno ha il senso etico e morale che si ritrova”.
Dopo l’esplosione del caso, Sgarbi ha negato ogni addebito e minacciato querele a destra e manca. Che ne pensa di questo atteggiamento?
“Se Sgarbi avesse avuto un briciolo di dignità personale, avrebbe già rassegnato le dimissioni e tolto il disturbo. Ed invece attacca ed offende tutto e tutti, dimostrando uno stato confusionale davvero preoccupante. Il problema comunque non è quello che fa oggi, il problema è più che altro come sia stato possibile che un uomo così moralmente discutibile, sia stato nominato sottosegretario alla Cultura. È questa la vera vergogna”.
Da un lato il governo Meloni se la prende con chi imbratta i monumenti, dall’altro – alla luce del caso Sgarbi – sembra fare davvero poco per tutelare il patrimonio nazionale. Siamo davanti a un caso di doppiopesismo?
“Ovviamente è assurdo che un Governo che protegga un sottosegretario alla Cultura indagato per furto di beni culturali, ci dica poi che il problema più grande siano i ragazzi che protestano per il clima. Più che doppiopesismo, credo che qui la questione sia un po’ più profonda ed abbia a che fare da una parte con il sempreverde ‘forti con i deboli e deboli con i forti’, ma anche con l’evidente imbarazzo che questo Governo ha nella gestione del dissenso”.
Ci può dire cosa intende esattamente?
“Siccome completamente sprovvista di cultura politica ed istituzionale, oltre che di contenuti credibili, la maggioranza Meloni va in totale difficoltà quando qualcuno si oppone. E quindi reagisce con l’unica strategia che conosce: aumentare la punizione per limitare il dissenso. Un’idea non proprio nuovissima e credo anche molto pericolosa”.
Ad agitare il governo non c’è solo il caso Sgarbi. Tra le altre rogne anche il caso che coinvolge la Santanché e quello che interessa Delmastro Delle Vedove. Tutti casi su cui si registra il silenzio della premier Meloni…
“Ma ci sono anche il caso Gasparri, Durigon, Pozzolo. Insomma, una bella collezione di quadri impietosi che sta distruggendo definitivamente il rapporto fiduciario tra cittadini ed Istituzioni. Tra i tanti disastri, forse questo è uno dei peggiori di questo Governo”.
A suo avviso con le destre al governo si è posto un problema di questione morale? E cosa dovrebbe e protrebbe fare la premier?
“Se la Meloni si ponesse il problema della questione morale dovrebbe far dimettere metà Governo. Quindi, è evidente che non può farlo. Siamo in pieno berlusconismo, con impresentabili che non solo vengono nominati e scelti, ma anche protetti quando colpiti dagli scandali. È evidente che questo Governo sia del tutto allergico alla questione morale”.