Passano i giorni, ma non accenna a diminuire la tensione tra Seul e Pyongyang. Dopo le reiterate minacce nordcoreane da parte di Kim Jong Un e la risposta della Corea del Sud, che ha ventilato l’ipotesi di un possibile attacco preventivo, non è tardata ad arrivare la controreplica del regime nordcoreano, che si è dichiarato “pronto alla guerra”. Il leader supremo della Corea del Nord ha pesantemente insultato il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, definendolo un “burattino” che “si è vantato di una controazione militare schiacciante alle porte di uno Stato dotato di armi nucleari”. Ha aggiunto che è “ironico, perché questo fa sospettare che sia un uomo anormale”.
Secondo Kim Jong Un, le affermazioni del presidente sudcoreano mostrano “la precarietà della sicurezza e la psicologia irritata” delle forze “burattine” del Sud. “Attraverso un tale discorso grossolano, ha fatto sfoggio della ‘risposta risoluta e schiacciante dell’alleanza Repubblica di Corea-USA’ e ha evocato la ‘fine del regime’, vantandosi del carattere dell’alleanza ROK-USA basata sulle armi nucleari e tradendo completamente una temerarietà bellicosa di cui il mondo non può fare altro che ridere, considerandola una retorica priva di azioni visibili.”
Tra Seul e Pyongyang soffiano venti di guerra. La Corea del Sud minaccia un’azione militare preventiva e Kim Jong Un avvisa: “Se attaccati, useremo le armi nucleari”
Ma più che gli insulti, a preoccupare sono le successive parole di Kim, il quale ha ribadito che “se il nemico, preso da estrema follia e avventatezza, tentasse di usare le forze armate violando la sovranità della RPDC (Corea del Nord, ndr.), pieno di eccessiva ‘fiducia’ nell’alleanza ROK-USA e ignorando i nostri ripetuti avvertimenti, la RPDC userebbe senza esitazione tutte le forze offensive di cui dispone, comprese le armi nucleari.”
Minacce che sono state ribadite anche dalla potente sorella del leader nordcoreano, Kim Yo Jong, secondo cui “Yoon non si rende conto che tutti i recenti comportamenti meschini stanno accelerando il calendario per la sua autodistruzione” e che l'”urlo di battaglia lanciato da Yoon Suk Yeol, con febbre di guerra, non è altro che l’ultimo grido disperato di un uomo in punto di morte.”