Nonostante le tensioni e lo scontro con la ministra del Lavoro, Marina Calderone, per una volta maggioranza e opposizione trovano l’accordo, almeno in commissione. La proposta di legge sulla settimana corta, che prevede la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, non viene affossata e approderà nell’Aula della Camera senza mandato al relatore e senza che vengano votati gli emendamenti in commissione Lavoro.
Evitando così anche la proposta di Fratelli d’Italia di sopprimere il testo. L’opposizione rivendica quello che definisce un proprio “successo” con l’approdo previsto per lunedì del testo in Aula. L’intenzione è di avviare la discussione generale e poi interrompere l’esame per la concomitanza con la manovra, per riprenderlo a gennaio.
Settimana corta, lo scontro tra Calderone e opposizioni
Eppure l’accordo raggiunto tra maggioranza e opposizione ha rischiato di saltare dopo le accuse della ministra del Lavoro di “propaganda” nei confronti dei proponenti. Calderone in una nota ha accusato l’opposizione di non tener “conto della realtà delle nostre aziende” e ha parlato di una proposta che “comprime il ruolo delle parti sociali nella contrattazione, che già adesso consente di ridurre l’orario di lavoro o garantire il diritto alla disconnessione”.
Dichiarazioni definite “molto gravi” dal deputato del Pd, Arturo Scotto, che parla di un “metodo antidemocratico” che è stato evitando riuscendo a non votare l’emendamento soppressivo della proposta. Proteste anche da Avs, con il capogruppo in commissione, Franco Mari, secondo cui le parole della ministra sono “indecenti” e la invita a leggere la Costituzione.
La mediazione sulla riduzione dell’orario di lavoro
Polemiche chiuse, comunque. Con un ritorno al punto di partenza di giornata, ovvero l’accordo per evitare il voto degli emendamenti e rimandare la discussione all’Aula. Anche grazie alla mediazione del presidente della commissione Lavoro, Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia. Rizzetto spiega che in realtà la ministra voleva delegare “alla contrattazione collettiva lo sviluppo del protocollo” e che non ci sono state “strumentalizzazioni da parte delle opposizioni e anzi la maggioranza ritiene utile celebrare un’ampia discussione in Aula, seppur senza mandato al relatore, e ritornare poi sull’argomento, una volta terminata la Legge di Bilancio”.
Per Scotto il “blitz” della maggioranza è fallito e il testo non verrà soppresso. Valentina Barzotti, deputata del Movimento 5 Stelle, ritiene che comunque la nota di Rizzetto celi “una evidente spaccatura nella maggioranza”. Fatto sta che alla fine la mediazione soddisfa tutti e chiude, almeno per ora, la polemica. Tutto rinviato, ma la proposta sulla riduzione dell’orario di lavoro è ancora in piedi. S.R.