Davide Aiello (M5S), ieri, fra le protese delle opposizioni, la maggioranza ha rinviato la pdl sulla “settimana corta” in commissione. Cos’è successo?
“Siamo alle solite. Ogni volta che le opposizioni avanzano una proposta, le destre la bloccano. Era già successo col salario minimo, quando Giorgia Meloni scelse di nascondersi dietro al Cnel di Brunetta per affossare la nostra pdl. FdI, Lega e FI sanno che l’80% degli italiani sono favorevoli alla riduzione dell’orario di lavoro (da 40 a 32 ore settimanali) a parità di salario ma non hanno il coraggio di bocciare il testo, così scappano. Noi però non molliamo”.
Per la destra ci sono problemi di copertura finanziaria.
“Il governo non ci ha fornito prove concrete di ciò. Verba volant… Servono risorse? Tassino gli extraprofitti miliardari di banche e industrie delle armi. La verità è che sulla pdl la maggioranza è spaccata: FdI e FI sono contrari, tanto che nei mesi scorsi avevano presentato degli emendamenti che cancellavano l’intero testo; la Lega invece, oltre a non aver depositato proposte di modifica, con il sottosegretario Durigon ha aperto al confronto. Così stanno scaricando le loro beghe interne sui cittadini: sono irresponsabili”.
Cosa farete adesso?
“Continuiamo a batterci affinché la proposta, che si muove nell’alveo della contrattazione collettiva, venga approvata. Già moltissimi Paesi nel mondo hanno sperimentato la ‘settimana corta’. Tutti gli studi condotti dov’è già in vigore dimostrano che funziona e che porta benefici sia per i lavoratori sia per le imprese, che vedono aumentare la produttività che in Italia è stagnante malgrado l’orario medio di lavoro sia tra i più alti dell’Eurozona”.
A breve arriverà in Aula la proposta sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Confermate la vostra contrarietà?
“Sì. Questa pdl di iniziativa popolare è stata stravolta dalla maggioranza, che così assesta un colpo ferale alla contrattazione. Noi non ci stiamo. Piuttosto, Meloni&Co. si concentrino sui veri problemi del Paese: la produzione industriale cala da 23 mesi di fila e i salari sono fermi al palo. Gli unici ad aumentare sono stati quelli dei ministri non parlamentari. Ma non si vergognano?”. D.C.