Settimana corta, le destre contro i lavoratori: la maggioranza prende tempo sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario

La maggioranza prende di nuovo tempo sulla settimana corta e a rimetterci, come sempre, sono i lavoratori.

Settimana corta, le destre contro i lavoratori: la maggioranza prende tempo sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario

La maggioranza prende tempo. E ancora una volta a rimetterci sono i lavoratori, verso i quali le destre continuano a non prendere alcun impegno, anzi. Stavolta a rimetterci è la proposta delle opposizioni sulla settimana corta, ancora ferma con la maggioranza che preferisce prendere tempo e rinviare l’avvio della discussione in commissione Lavoro alla Camera.

A spiegare cosa è successo sono i capigruppo della commissione Lavoro della Camera dei partiti di opposizione: Arturo Scotto del Pd, Valentina Barzotti del Movimento 5 Stelle e Franco Mari di Alleanza Verdi Sinistra. La maggioranza ha deciso di far slittare a domani la riunione del comitato dei nove fissata per oggi proprio per fare il punto sulla pdl per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, presentata dalle opposizioni.

Settimana corta, ancora un rinvio: la maggioranza prende tempo

Scotto, Barzotti e Mari chiamano allora in causa la presidente del Consiglio: “Intervenendo all’assemblea della Cisl, Giorgia Meloni ha parlato dei rischi dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla tenuta di milioni di posti di lavoro. Un allarme che condividiamo e dunque la prendiamo in parola. Un intervento semplice che può fare già domani è approvare la nostra proposta di legge sulla settimana corta”.

I tre deputati spiegano cosa è successo: “La riunione del comitato dei nove, che si sarebbe dovuta svolgere oggi pomeriggio in commissione Lavoro per fare il punto sulla Pdl per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario presentata unitariamente dalle opposizioni, è stata però rinviata a domani mattina. Dopo tre mesi dalla discussione generale in Aula, la maggioranza continua ancora a prendere e perdere tempo”.

Pd, M5s e Avs attaccano: “Reputiamo inaccettabile questo atteggiamento. Molti Paesi nel mondo, in ultimo la Spagna, hanno già adottato tale misura che vede d’accordo la stragrande maggioranza degli italiani. Una cosa deve essere chiara a FdI, Lega e Fi: non accetteremo un ennesimo rinvio. Siamo pagati per votare le leggi, non per metterle su un binario morto com’è stato con il salario minimo e come, evidentemente, la maggioranza vuole fare anche questa volta”. La speranza delle opposizioni è che, anche senza aver trovato ancora un accordo e rimandando tutto alla giornata di domani, il testo vada comunque in Aula domani come previsto.