Settimana corta, la destra boicotta la proposta: snobbata la riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendi

La maggioranza rimanda in commissione la proposta delle opposizioni sulla settimana corta: lo stesso copione del salario minimo.

Settimana corta, la destra boicotta la proposta: snobbata la riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendi

Il primo segnale era arrivato ieri, quando la maggioranza aveva deciso di rinviare il comitato dei nove in commissione. Oggi la conferma: la proposta di legge sulla settimana corta, che prevede la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, slitta. E torna in commissione.

La proposta era stata presentata dalle opposizioni, a prima firma di Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli ed Elly Schlein. Oggi l’Aula della Camera ha approvato la richiesta di rinvio del testo presentata dal presidente della commissione Lavoro, Walter Rizzetto.

Settimana corta, un film già visto: la proposta torna in commissione

Un film già visto, come sul salario minimo. Per il deputato del Pd, Arturo Scotto, la maggioranza “scappa di nuovo”: “Siete i signori del rinvio”, afferma. Per Davide Aiello, del M5S, il rinvio “è vergognoso”. Il testo era stato già rinviato a ottobre, quando era arrivato in Aula. E ora la storia si ripete, segno delle difficoltà della maggioranza e dell’indecisione sulla proposta che prevede una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

La maggioranza avrebbe dovuto proporre ieri una contro proposta, per poi passare all’esame dell’Aula. Attacca anche la segretaria del Pd, Elly Schlein: “La destra fa sempre la stessa mossa, quando si tratta dei diritti di chi lavora sceglie sempre la strada dell’insabbiamento, del rinvio, della fuga”. Esattamente come con il salario minimo, “non hanno avuto il coraggio di bocciare la proposta delle opposizioni”.

Rizzetto, di Fratelli d’Italia, spiega che la motivazione del rinvio è legata alla mancata copertura finanziaria, pari a 250 milioni di euro per i tre anni di sperimentazione. Soldi che al momento non ci sarebbero. Per Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, la mancanza di soldi è “una scusa ridicola di chi investe tutto in armi, non tassa gli extraprofitti miliardari delle banche e aumenta gli stipendi ai ministri. Che sia chiaro: non molleremo la presa”.

Protestano le opposizioni

I capigruppo di minoranza hanno attaccano il centrodestra: “C’è un limite a tutto. Non è accettabile che tutte le proposte delle opposizioni facciano questa fine – ha detto la capogruppo dem Chiara Braga – spedite in soffitta e mortificate” mentre viene “stravolto continuamente il calendario d’aula”. Di fronte a questa “umiliazione delle opposizioni” e di fronte a questa “vostra arroganza e insipienza”, Braga ha chiesto la convocazione immediata della capigruppo di Montecitorio.

Dopo di lei ha preso la parola il presidente dei deputati M5S Riccardo Ricciardi che, subito dopo il via libera al rinvio in commissione, ha ironizzato: “Non hanno fatto in tempo a votarla che sono subito scappati dall’Aula per andare a pranzo. D’altronde l’esempio è quello di Meloni che scappa continuamente nonostante i problemi perché preferisce stare sui social. Questo è il modus operandi di questa maggioranza. È inaccettabile e gravissimo che si stigmatizzi il dibattito parlamentare parlando di propaganda d’aula”.