Non c’è il due senza il tre. E neanche il cinque senza il sei. La saga della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e della sua travagliata ricerca del perfetto portavoce sta infatti per arricchirsi di un nuovo capitolo: è in arrivo a Palazzo Madama il sesto portavoce in tre anni, Andrea Zanini, che sostituirà l’attuale numero cinque Francesco Condoluci, a sua volta in partenza per Milano dove riprenderà, esaurito il periodo di aspettativa, il lavoro a Economy. Ha resistito quasi due anni, un record.
Queen Elizabeth ha infatti bruciato i primi quattro portavoce nel giro di 14 mesi a partire dal suo insediamento nel marzo 2018: il numero uno, Massimo Perrino, ex capo ufficio stampa del Pdl in Senato, è stato sostituito improvvisamente con Tonino Bettanini, già portavoce di Franco Frattini e Claudio Martelli. Il numero due è stato a sua volta improvvisamente giubilato per far posto a Maurizio Caprara (leggi l’articolo), giornalista del Corriere e portavoce di Giorgio Napolitano al Quirinale. Caprara ha presentato dimissioni irrevocabili dopo solo un mese, il 28 febbraio 2019; e poco di più ha resistito Anna Laura Bussa, capo del servizio politico dell’Ansa.
Terrificanti, nell’ambiente giornalistico, i racconti sulla loro esperienza a Palazzo Madama. Tanto che, dopo l’addio del numero quattro, la ricerca del successore è stata, comprensibilmente, tutta in salita; dopo i no ricevuti dai pochi soggetti ritenuti papabili (avrebbe declinato, si dice, anche Roberto Rao, uomo stampa di Pierferdinando Casini quand’era presidente della Camera e oggi di Claudio Lotito, il presidente della Lazio), un portavoce ufficiale non è più stato nominato. E Francesco Condoluci, il capo dell’ufficio stampa della Presidenza, ne ha fatto le veci fino a oggi. Ora, però, il colpo di reni.
Dopo un periodo particolarmente nero con la stampa, e forse anche in vista della prossima campagna per la conquista del Quirinale, la Casellati ha deciso di cambiare strategia. E ha ingaggiato Zanini, giornalista “esperto di politica ed economia”, “Public Affairs & Media Relations”, “campagne di comunicazione per istituzioni e corporation”, nonché “spin doctoring e media training for public speaking”. Zanini viene dal Mef, dove dal novembre 2019 fino al marzo scorso si è occupato di “definizione dei messaggi e preparazione dei contenuti e degli interventi del ministro” Roberto Gualtieri.
Che ci azzecca con la Casellati? L’incarico in effetti è micidiale, rendere appealing lady Casellati (e i suoi voli di Stato) alla stampa più critica, naturalmente di sinistra. Ma qui Zanini, classe 1965, qualche atout ce l’ha: è infatti il nipote dell’ex segretario del Pci Achille Occhetto e ha rapporti più che familiari con tutta la filiera che dal Pci, attraverso i Ds, porta al Pd che conta nei ministeri e nelle aziende pubbliche. Dopo l’esordio a Italia Radio, la radio del partito, ha fatto l’autore per Rai 3 (Crash, Agorà, Il posto giusto), è stato portavoce del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston (poi candidato Pd alle ultime europee) e consulente per aziende pubbliche e private, compresa Invitalia, regno del dalemianissimo Domenico Arcuri. Chissà che ora, come “consulente di supporto all’ufficio stampa della Presidenza” del Senato, allo spin doctor numero sei non riesca il miracolo. Ignoto il compenso.