“Tenere a casa i ragazzi per mesi, privarli di un percorso didattico regolare e della dimensione sociale rischia di creare danni irreparabili”. Ecco perché, secondo il capogruppo M5S in commissione Istruzione alla Camera Gianluca Vacca in vista del prossimo Dpcm occorre “una valutazione approfondita, basata sui dati scientifici, per una riapertura graduale delle scuole superiori”. Il problema, però, a detta del pentastellato è che la scuola è finita al centro di mere “speculazioni politiche” da parte delle opposizioni che certamente non aiutano il dibattito.
Partiamo, però, dal lavoro sul nuovo dpcm. Cosa potrebbe accadere?
Mi aspetto che si faccia una valutazione approfondita, basata sui dati scientifici, per una riapertura graduale delle scuole superiori, che ci sia la maggiore uniformità possibile delle regole in tutta Italia. È già assurda la situazione attuale che vede alcune Regioni con tutte le scuole chiuse, nonostante il Governo abbia indicato altro anche per le zone rosse: credo sia necessario impedire che si perpetrino queste disparità, con disposizioni che confermino che l’istruzione è davvero centrale per tutti.
Anche dal Comitato tecnico-scientifico ci si è espressi a favore di quest’opportunità. Miozzo ha detto che se le scuole non dovessero riaprire sarà un massacro…
Concordo. Tenere a casa i ragazzi per mesi, privarli di un percorso didattico regolare e della dimensione sociale rischia di creare danni irreparabili. A livello di salute psicologica iniziano a emergere situazioni critiche: un sondaggio, ad esempio, ha rilevato che l’84% degli studenti prova stati d’animo negativi. Sono inoltre emersi importanti gap di apprendimento causati al lockdown di marzo. Il periodo della formazione scolastica è il più essenziale per lo sviluppo della persona: non si possono considerare le scuole come i centri commerciali. Senza voler sminuire il ruolo dell’economia, non c’è nessun ristoro che possa ripagare i danni che le nuove generazioni porteranno nel loro futuro a causa di questa situazione.
Nel frattempo, però, ieri la Lega ha fatto sapere che in Manovra il governo ha riservato “briciole” per la scuola. È così?
Non definirei “briciole” 3,7 miliardi stanziati per l’istruzione, 25.000 assunzioni di docenti di sostegno, nuove misure per la digitalizzazione. Ricordo che queste risorse si aggiungono a investimenti record del Governo tra cui 3 miliardi per la ripartenza a settembre. Detto questo, gli investimenti sulla scuola non sono mai sufficienti e sono certo che con il Recovery Fund aumenteranno in modo importante, considerando che l’istruzione è tra i capitoli più importanti del dossier che l’Italia presenterà.
Anche all’interno del governo, però, ci sono posizioni critiche. La ministra Bonetti ha detto di fatto che la Dad al 100% nelle scuole superiori è stato un errore. Cosa ne pensa?
Penso che la scuola abbia scontato colpe non sue alla ripresa dell’anno scolastico, quando la dad era prevista nelle superiori solo in forma integrata. Il passaggio al 100% è stata una decisione molto dolorosa, dettata dal contesto in cui è stata presa: crescita esponenziale dei contagi, criticità in settori molto collegati all’istruzione come trasporti e sanità territoriale, che non era possibile risolvere nell’immediato. È stata fatta quella scelta perché nella popolazione scolastica i bambini piccoli sono i più fragili e i meno contagiosi, abbiamo dato alle Regioni del tempo per migliorare i trasporti e garantire un tracciamento efficace dei contagi utilizzando le risorse del Governo. Ora, però, non possiamo più continuare a sacrificare i ragazzi per mancanze altrui.
Crede che la scuola, nonostante sia centrale per la crescita del sistema Paese, sia in questi giorni oggetto di strumentalizzazione politica?
Purtroppo sì. Siamo passati da un eccesso negativo all’altro: per anni la scuola è stata lontana dal cuore della politica, oggi invece è al centro di ogni speculazione. La sensazione è che troppo spesso se ne parli non perché sia stato rivalutato il suo ruolo ma perché si presta alle classiche dinamiche dello scontro politico. Io invece sono convinto che mai come ora serva un grande patto tra tutte le istituzioni sulla scuola, per farla ripartire al 100% il prima possibile.