Il baratto è compiuto. Dopo aver ottenuto la Lega l’Autonomia differenziata e Fratelli d’Italia il premierato, Forza Italia ottiene l’accelerazione sulla separazione delle carriere, la riforma cara a Silvio Berlusconi.
La Commissione Affari costituzionali della Camera ha infatti adottato il ddl Nordio come testo base, da sottoporre ora agli emendamenti, e con l’intenzione annunciata da Forza Italia di giungere al sì della Camera entro l’anno.
Il centrodestra ha incassato in questo primo passaggio anche l’appoggio di +Europa e spera anche di ottenere quello di Iv e Azione, mentre il resto delle opposizioni hanno confermato la loro contrarietà.
L’iter della riforma della separazione delle carriere
La riforma costituzionale della separazione delle carriere era stata incardinata già nel febbraio 2023, visto che sin dall’inizio della legislatura erano state presentate diverse proposte di legge da parte di FI (primo firmatario Antonino Calderone), di Enrico Costa (allora in Azione oggi in FI), di Iv (Roberto Giachetti) e della Lega (Iacopo Morrone).
Poi a gennaio scorso si era bloccato l’iter in attesa del ddl governativo, licenziato a maggio dal Consiglio dei ministri. Sono quindi iniziate le audizioni di esperti, che hanno impegnato la Commissione a settimane alterne con le audizioni sul premierato.
L’accelerazione sulla riforma cara a Berlusconi e l’esultanza di Forza Italia
Ieri l’accelerazione con l’adozione del ddl Nordio come testo base, ed è stato fissato al 23 ottobre il termine per gli emendamenti. “E’ la riforma delle riforme”, ha detto il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.
“È l’obiettivo a cui il presidente Berlusconi ha sempre lavorato. Accusa e difesa devono essere sullo stesso piano davanti al giudice”, ha commentato la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli.
Gli altri gruppi di maggioranza non hanno commentato, ma hanno comunque assicurato il loro voto favorevole. Oltre che su +Europa, benché non fossero presenti esponenti di Italia viva, il centrodestra conta sull’appoggio del partito di Matteo Renzi, che in passato si è espresso a favore, così come Azione, che aveva tra le proprie fila Enrico Costa ora di nuovo in Forza Italia.
Dal Pd al M5S e ad Avs: no alla riforma di FI
Contrari Pd, M5S e Avs. “Siamo fortemente contrari alla separazione delle carriere. La destra persevera nell’errore di strumentalizzare la giustizia con battaglie guidate da furore ideologico. In un mondo che va avanti, la maggioranza cerca di riportare indietro le lancette di vent’anni. Già oggi esiste infatti una separazione di fatto delle carriere realizzata dalla riforma Cartabia. Questo ulteriore intervento sta dentro un disegno portato avanti dal Governo che, dall’abrogazione dell’abuso di ufficio ai nuovi reati come quello di resistenza pacifica, ci preoccupa molto. In questo caso c’è il rischio di minare l’autonomia di giudici e pubblici ministeri, di trasformare i pubblici ministeri in super-poliziotti”, ha detto il dem Federico Gianassi.
“Con la Separazione delle carriere dei magistrati il centrodestra punta evidentemente a colpire l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario e in particolare a sterilizzare e mettere sotto l’influenza della politica i pubblici ministeri, coronando il sogno di Silvio Berlusconi. Il paradosso però è che l’assetto che ne verrebbe fuori sarebbe, contrariamente a quanto dicono i promotori della legge, assai meno garantista”, afferma il deputato Alfonso Colucci, capogruppo M5S in commissione Affari Costituzionali.
“Dietro la proposta di separazione delle carriere c’è un disegno che mira a controllare la magistratura: noi di Avs siamo perciò fermamente contrari. Vogliamo un sistema giudiziario più efficiente, con più risorse, al servizio dei cittadini e delle cittadine, e non siamo disposti ad accettare altri piani”, dichiara il deputato di Avs Filiberto Zaratti.