Scudo penale ai poliziotti dalle destre altri danni in vista sulla Giustizia

Maggioranza divisa sui tempi di approvazione dello scudo legale per le forze dell'ordine. Intanto le opposizioni insorgono e chiedono chiarezza sui fatti di Brescia

Scudo penale ai poliziotti dalle destre altri danni in vista sulla Giustizia

Che fare col Ddl Sicurezza? Si deve inserire lo sbandierato scudo legale per gli agenti, allungandone i tempi di approvazione? O si deve approvare nella forma già licenziata dalla Camera e poi pensare al salva agenti? È il quesito che sta attanagliando la maggioranza, divisa ieri tra la fretta di regalare alle forze dell’ordine un bel cadeau (cavalcando l’eco degli scontri delle manifestazioni per il caso Ramy) e il timore di un allungamento dei tempi.

La lega vuole licenziare subito il provvedimento, Crosetto invece insiste per lo scudo

Per questa seconda ipotesi propende la Lega, che, come ha spiegato il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, spinge per accelerare al massimo l’approvazione del provvedimento così com’è, per poi inserire lo scudo penale con un altro decreto.

Di parere diverso, invece, il ministro della Difesa Guido Crosetto (il primo a promettere lo scudo, nel week end), che vorrebbe venisse inserito subito nel ddl. Nel provvedimento ora all’esame del Senato, comunque, sono già previste forti tutele per gli agenti, come il rimborso delle spese legali (fino a 10mila euro per ogni grado di giudizio) per i reati commessi durante l’esercizio del proprio mandato e una sorta di “strapotere” o “scudo totale”, nei confronti degli agenti dei servizi segreti.

Conte: “Chi parla di scudo penale, non sa quello che dice”

Compatte invece le opposizioni nel denunciare l’incostituzionalità di un eventuale impunità per le forze dell’ordine. “Chi parla di scudo penale, non sa quello che dice”, ha detto Giuseppe Conte, “In uno Stato democratico non si possono creare spazi di impunità per i politici, per gli agenti delle forze dell’ordine che invece devono per primi rispettare la legge”.

Francesco Boccia (Pd) grida alla strumentalizzazione dei fatti di Roma e Bologna: “Non ci prestiamo a strumentalizzazioni che vengono da ambienti della maggioranza e del governo. Ci riconosciamo nelle parole del padre di Ramy, sulla cui morte va fatta piena luce e riteniamo che non ci sia bisogno di alcuno scudo per le forze dell’ordine, che hanno come stella polare della loro azione la Costituzione e le leggi del nostro Paese a cui nessuno si deve sottrarre”.

Per Gian Luigi Gatta, professore ordinario di diritto penale presso l’Università degli Studi di Milano, comunque, un eventuale scudo che impedisse l’avvio di un procedimento penale per accertare possibili reati commessi nell’esercizio delle funzioni, sarebbe “senza dubbio” a rischio di incostituzionalità.

La denuncia delle manifestanti: “Noi abusate a Brescia in questura”

A infuocare lo scontro anche le notizie di cronaca giunte da Brescia, dove alcune attiviste di Ultima Generazione, Extinction Rebellion e Palestina Libera hanno denunciato di esser state fermate lunedì dopo una manifestazione pacifica davanti agli impianti della Leonardo Spa, di essere state portate in Questura per l’identificazione (nonostante avessero fornito i documenti agli agenti) e, soprattutto, di esser state costrette a spogliarsi integralmente davanti alle poliziotte e a fare squat. Trattamento riservato alle sole donne, mentre gli uomini ne sarebbero stati risparmiati.

Le opposizioni pretendono chiarezza e preparano le interrogazioni per Piantedosi

Fatti sui quali le opposizioni hanno già dichiarato che presenteranno diverse interrogazioni al ministro Matteo Piantedosi. L’Avs Marco Grimaldi ha già depositato un’interrogazione urgente, mentre le deputate dem Sara Ferrari, Antonella Forattini e Valentina Ghio hanno annunciato che chiederanno alla commissione d’inchiesta sui femminicidi e la violenza “di attivarsi per appurare quanto accaduto”.

Di “abuso intollerabile che viola non solo la dignità delle persone coinvolte, ma anche i principi di uguaglianza e rispetto” hanno parlato invece gli europarlamentari M5s Carolina Morace e Gaetano Pedullà, che hanno chiesto al ministero degli Interni di aprire “un’inchiesta che accerti queste gravi responsabilità.

Gli (altri) aspetti a rischio del Ddl Sicurezza

Ma, scudo legale a parte, è lo stesso ddl Sicurezza ad avere numerosi aspetti che “non supererebbero mai il vaglio della Corte Costituzionale”, spiega il capogruppo Pd in Commissione Affari costituzionali Andrea Giorgis. “Tra queste: il divieto di vendere schede Sim agli stranieri che non hanno il permesso di soggiorno; la norma che non prevede più il differimento obbligatorio della pena in carcere per le detenute madri anche con figli di meno di un anno, rendendo la misura solo facoltativa; l’aggravante della stazione, cioè la previsione che qualsiasi reato si commetta dentro le stazioni o nelle loro vicinanze venga punito più duramente dello stesso reato commesso da una qualsiasi altra parte; il divieto per i magistrati di considerare la prevalenza delle attenuanti rispetto alle aggravanti in caso di reati contro gli agenti delle forze dell’ordine”.

Tutti punti sui quali – indirettamente – si è già fatta sentire la moral suasion del Quirinale.