di Marco Castoro e Stefano Sansonetti
Giovanni Malagó grazie all’intervento di Gianni Letta è il nuovo presidente del Coni. Ma il re è senza un regno e attualmente non è padrone neanche di una segretaria e di una scrivania. Dipendenti e struttura operativa appartengono per intero alla Coni servizi, societá controllata al 100% dal ministero dell’economia, che controlla anche i circa 110 milioni di euro che ogni anno servono a far girare buona parte dello sport italiano. Inoltre la societá ha in gestione un patrimonio immobiliare del Coni stimato in circa 250 milioni di euro e un «tesoretto» di utili non distribuiti grosso modo per altri 40 milioni. La Coni Servizi, società costituita nel 2002 e controllata al 100% dal ministero dell’economia, è una società operativa del Coni, quella che in sostanza fa tutto: gestisce l’organizzazione delle attività istituzionali, supporta gli organi dell’ente, coordina le attività politiche e istituzionali, sviluppa progetti, gestisce tutto il personale delle federazioni e i centri di preparazione olimpica.
La societá ha un fatturato annuale che si aggira intorno ai 135 milioni di euro. In base all’ultimo bilancio disponibile, quello relativo al 2011, la maggior parte di questa cifra deriva proprio da un contratto di servizio stipulato con l’ente che Malagò si appresta a guidare. Si tratta di 112 milioni di euro. Per non parlare del patrimonio immobiliare della Coni Servizi. Dall’ultimo documento contabile viene fuori una consistenza di ben 248 milioni di euro, all’interno della quale la fa da padrone il complesso del Foro Italico a Roma, anche se conferito dal 2005 in usufrutto alla società dall’azionista ministero dell’economia. Ma ci sono altri cespiti ricchi, come l’immobile romano di viale Tiziano, acquistato a fine 2011 per 9,9 milioni di euro, sede di diverse federazioni sportive. O il centro di preparazione olimpica «Giulio Onesti», sempre nella capitale, e l’immobile sede del Coni di Milano, che la società ha acquistato nel 2009 da Generali Immobiliare Italia sgr.
Ancora, tra le «ricchezze» della Coni Servizi ci sono 38 milioni di utili portati a nuovo (dato 2011) e una partecipazione del valore di 37 milioni nell’Istituto per il credito sportivo, anche se da tempo sottoposto a commissariamento. E per finire la società tutt’ora guidata dal duo Petrucci-Pagnozzi detiene anche il 55% della Coninet, veicolo costituito nel 2004 per supportare lo sviluppo di servizi informatici.