Oggi la Campania si è fermata. Almeno questo era l’obiettivo di Cgil e Uil che hanno proclamato lo sciopero generale nella regione e manifestano a Napoli. “Tagliando il Reddito di cittadinanza sono stati creati fortissimi disagi” dice il segretario della Uil Campania Giovanni Sgambati che anticiperà sul palco l’intervento del segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini.
Siete in piazza contro la manovra finanziaria, ma non solo. Con l’autonomia differenziata si apre una nuova questione meridionale?
“La ‘questione meridionale’ purtroppo non è mai finita. La dualità tra Nord e Sud persiste dal punto di vista economico, occupazionale e sociale. La legge di bilancio così com’è non dà risposte ai lavoratori, alle famiglie e ai pensionati. Ha tagliato risorse su sanità, scuola e infrastrutture: un disastro! Per l’autonomia differenziata poi abbiamo raccolto firme, organizzato assemblee, incontri per esprimere il nostro dissenso e portare l’attenzione su di un provvedimento che aumenta le distanze tra Nord e Sud e soprattutto acuisce le diseguaglianze, mettendo in discussione diritti e servizi fondamentali come quelli alla salute, all’istruzione e alla mobilità”.
Con la fine del Reddito di cittadinanza nella capitale della disoccupazione c’è un allarme sociale?
“Il Reddito di cittadinanza è stato provvidenziale per molti poveri, quelli veri, e per le fasce disagiate della Campania e del Mezzogiorno nel periodo del lockdown. Era una misura utile ma non del tutto adeguata, che andava sicuramente rivisitata e modificata, ma non interrotta di netto, come s’è fatto, creando fortissime tensioni e disagi. Su questo è necessario dare risposte serie”.
C’è poi il tema della formazione, che al momento è un buco nell’acqua sia per gli ex percettori del Reddito di cittadinanza sia per il programma Gol in Campania…
“Su questo ci auguriamo che si selezionino buoni enti di formazione, si individuino percorsi formativi che rispondano realmente alle richieste di mercato e, soprattutto, vorremo conoscere i risultati di questa formazione attraverso le reali assunzioni e il reinserimento degli ex lavoratori”.
Serve una riforma dei Centri per l’impiego? Qual è il futuro del lavoro a Napoli e più in generale nel Sud Italia?
“Sui centri per l’impiego c’è già stata un’azione di riforma con le risorse stanziate per il loro restyling e per attuare nuove assunzioni. Dalle notizie che abbiamo, la Regione Campania sta procedendo in questa direzione, ma anche qui preferiremmo un confronto. Per quanto riguarda il futuro della nostra manifattura, dell’industria, a Napoli e in Campania, dopo Whirlpool – vertenza che abbiamo superato e vinto proprio grazie alla caparbietà della lotta dei nostri lavoratori – è necessario che questo governo metta a riparo e consolidi le realtà industriali già esistenti, come Stellantis, Hitachi, Firema, il settore dell’aerospazio, la Fincantieri di Castellammare. Ma per farlo deve investire nella transizione ecologica subito. Solo così potremo tracciare prospettive solide di futuro per queste realtà. Facendo investimenti non solo si potenzia ciò che esiste e si difendono i posti di lavoro, ma si riesce ad attrarre altri soggetti disposti a puntare sui nostri territori. E non dimentichiamo, infine, la Zes unica al Sud per cui si sta perdendo altro tempo prezioso, rovinando tutto il lavoro fatto fino ad oggi”.