Dieci anni di carcere e beni confiscati per 2,4 milioni di euro. E’ la condanna inflitta dal gup di Lecce, Cinzia Vergine, all’ex pm di Trani, Antonio Savasta, accusato di avere fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, gestita insieme all’ex giudice Michele Nardi, ancora imputato con il rito ordinario insieme ad altre cinque persone. Oltre a Savasta, nel rito abbreviato, erano, invece, imputati il pm Luigi Scimè, all’epoca in servizio a Trani e oggi a Salerno (condannato 4 anni), gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Giacomo Ragno (condannati rispettivamente a 4 anni e 4 mesi e 2 anni e 8 mesi) e l’immobiliarista di Barletta, ex socio di Tiziano Renzi, Luigi Dagostino (condannato a 4 anni).
Savasta, secondo i pm di Lecce, con la complicità di Nardi, tra il 2014 e il 2018 avrebbe pilotò indagini e processi in cambio di denaro e altre utilità versati da imprenditori. L’ex pm era stato chiamato a rispondere di 14 capi d’imputazione, che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari alla truffa, calunnia, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, falso in atto pubblico, induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria.
Scimè era accusato di corruzione in atti giudiziari in relazione alle presunte dazioni di denaro che avrebbe ottenuto dall’imprenditore Flavio D’Introno. Ragno di concorso in calunnia e falsa testimonianza, oltre che di concorso in corruzione, per aver procacciato un testimone compiacente, incaricato di rendere false dichiarazioni nell’ambito di un procedimento penale. Sfrecola, accusato di concorso in corruzione e falso, avrebbe fatto da tramite tra Savasta e Dagostino, il quale era accusato di avere pagato tangenti affinché il magistrato ritardasse le indagini a suo carico.