Dopo la scarcerazione del boss Michele Zagaria e di altri esponenti della mafia per l’emergenza sanitaria del Paese, la speranza era che l’esodo dei boss dalle carceri italiane fosse stato uno scivolone che non si sarebbe ripetuto. Nulla di più sbagliato perché proprio in queste ore si sta decidendo anche il destino di Raffaele Cutolo (nella foto) che, come successo per il collega, potrebbe vedersi spalancare le porte della propria cella per fare ritorno al proprio domicilio. Decisioni legittime, seppur alcune a dir poco discutibili, che norme alla mano vengono prese liberamente dai magistrati. Eppure in un Paese in perenna campagna elettorale, dove la verità spesso è un optional, le opposizioni hanno colto l’occasione per scaricare la colpa sul decreto Cura Italia che avrebbe permesso tutto ciò e, di conseguenza, sul governo giallorosso.
OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO. Tra i più critici, nemmeno a dirlo, il duo Giorgia Meloni e Matteo Salvini con quest’ultimo che commentando su Facebook ha scritto: “Lo schifo dei boss mafiosi scarcerati e mandati a casa con la scusa del virus grida vendetta, è una resa dello Stato. Non si possono cancellare così i sacrifici delle donne e degli uomini che hanno combattuto e combattono le mafie. È una vergogna, un insulto, un oltraggio alle vittime e ai loro parenti”. Un concetto chiarito ulteriormente con un secondo post in cui si legge: “Sono inca**ato nero: è una vergogna nazionale. Sopra i 70 anni come da previsione del decreto Cura Italia, che apre le porte delle carceri, rischiano di uscire e tornare a casa ai domiciliari altri mafiosi. Un governo che tiene chiusi a casa gli italiani per bene e spalanca le porte a mafiosi condannati a decenni di carcere, confinati al 41bis, che poverini rischiano di ammalarsi e quindi tornano a casa dalla moglie. Poi spiegatemi voi come fa ad ammalarsi uno in isolamento”.
BUFALA SMENTITA. Peccato che quelle di Salvini & co siano semplici bufale. A farlo capire è il Movimento che con un articolo sul blog delle Stelle afferma: “Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, in merito ad alcuni provvedimenti presi durante l’emergenza Coronavirus, è solo vergognosa propaganda: si sostiene che il decreto Cura Italia faccia uscire i mafiosi dal carcere. Questo, però, è un modo inaccettabile di presentare la realtà: le decisioni assunte in questo periodo sono state adottate dai giudici su leggi già esistenti”. Anzi “il Ministro Alfonso Bonafede”, evidentemente tutt’altro che contento, “ha già attivato gli ispettori Ministeriali per le verifiche dovute sulle scarcerazioni”. Dello stesso avviso il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che durante un’interrogazione in Senato sulla questione ha spiegato che il decreto, per contenere il rischio di epidemia negli istituti penitenziari, prevede la possibilità durante l’emergenza di scontare agli arresti domiciliari la pena detentiva residua a patto che questa non sia superiore a 18 mesi.
Ma il Cura Italia, spiega il titolare del Viminale, ha disposto anche paletti per escludere alcune categorie di condannati tra cui, appunto, quelli accusati di mafia. Ma a smentire Salvini ci hanno pensato anche i legali di Francesco Bonura, il 78enne malato di cancro e ritenuto un fedelissimo del boss Provenzano, secondo cui: “È del tutto errato il riferimento al Cura Italia che non si applica al caso di specie e che non ha nulla a che vedere con la scarcerazione disposta per ragioni di salute sulla base di norme già vigenti”.