Dopo aver provato, secondo quanto si sussurra in Parlamento, a portare a casa il “risultato” col favore delle tenebre, pare proprio che Palazzo Madama si sia salvato in calcio d’angolo. E mai metafora fu più giusta siccome la semifinale degli Europei è stata a sua insaputa una delle ragioni per il rinvio della decisione sul taglio ai vitalizi. Ieri, infatti, avrebbe dovuto riunirsi il Consiglio di Garanzia (il secondo grado di giudizio interno al Senato) e pronunciarsi definitivamente sul ricorso presentato dai 700 ex senatori contro il taglio dell’assegno deciso nel 2018. Tutto però è stato rinviato al prossimo 13 luglio.
La questione è piuttosto delicata. Non bisogna dimenticare, infatti, che l’organo di primo grado – la Commissione contenziosa presieduta da Giacomo Caliendo – già aveva dato ragione ai ricorrenti, di fatto annullando il taglio ai vitalizi (leggi l’articolo). L’amministrazione di Palazzo Madama, però, aveva immediatamente presentato ricorso chiedendo anche la sospensiva della restituzione. E questo anche per un motivo molto semplice: il taglio dei vitalizi fa risparmiare alle casse del Senato della Repubblica la bellezza di 22,2 milioni di euro all’anno. Non certo bruscolini.
SECONDO GRADO. Il ricorso è stato accolto e, dunque, a pronunciarsi dev’essere ora proprio il Consiglio di Garanzia del Senato, guidato oggi da Luigi Vitali (nella foto). L’appuntamento, dopo alcuni precedenti rinvii, era fissato ieri. Ore 19,00. A due ore dall’inizio dell’attesissima partita tra Spagna e Italia valevole per la finale degli Europei. Una coincidenza che inevitabilmente ha fatto sospettare molti. “Mentre i ragazzi di Roberto Mancini stasera si giocano contro la Spagna l’accesso alla finale degli Europei, c’è chi ha deciso di dedicare il pre partita a un tema molto amato dai politici: i privilegi – si leggeva non a caso ieri sulla pagina Facebook del Movimento cinque stelle (qui il post).
In serata, proprio mentre l’Italia si prepara a un evento che appassiona tutti e ci fa respirare un clima di ritrovata serenità e leggerezza, probabilmente arriverà la decisione finale. L’associazione ex parlamentari ha già tuonato: si sta facendo melina sulla loro pelle, dicono. Non accettano che i loro ricchi trattamenti super privilegiati siano stati ridotti e adeguati al metodo contributivo, quello cioè che vale per tutti gli altri cittadini. Battono cassa e chiedono che si faccia pure alla svelta. Vedremo cosa succederà stasera al Senato”. E alla fine, come detto, non è accaduto nulla.
TUTTO RINVIATO. La domanda, però, resta: per quale ragione la riunione del Consiglio è nuovamente slittata al 13 luglio? A sentire la versione ufficiale tutto è dipeso dalla discussione relativa al ddl Zan contro l’omotransfobia che si è protratta più a lungo del previsto all’interno dell’Aula di Palazzo Madama. Un particolare che in effetti risponde al vero e scagiona tutti da ogni seconda motivazione. Che, tuttavia, a sentire le malelingue resta. Secondo alcuni, infatti, il caos scoppiato dopo alcuni articoli di stampa e dopo la forte presa di posizione del Movimento sulla “coincidenza” con la partita dell’Italia, avrebbe fatto desistere dal continuare e avrebbe portato tutti a più miti consigli. E cioè: nuovo rinvio al 13 luglio.
Ancora una settimana, dunque. A quel punto non ci saranno più scusanti o alibi. A quel punto bisognerà riunirsi e porre la parola fine all’interminabile querelle. Difficile, peraltro, prevedere cosa possa accadere. Perché se è vero che in primo grado i tagli sono stati aboliti e il vitalizio ripristinato, questa volta il Consiglio di Garanzia si ritrova diviso. Dei cinque componenti, infatti, Valeria Valente (Pd) e Alberto Balboni (FdI) sono contrari al ripristino del vecchio assegno.
E la Lega (con Ugo Grassi, ex 5S, e Pasquale Pepe) si trova in profondo imbarazzo dato che lo stesso Matteo Salvini, dopo la sentenza della Commissione Contenziosa di giugno 2020, aveva parlato di “vergognosa decisione”. Una posizione chiara che a questo punto diventa difficile rimangiarsi. Tutto dipenderà, dunque, dalla posizione del Carroccio avendo due senatori su cinque: l’ago della bilancia è in mano a Salvini. Vedremo se, per usare le sue parole, deciderà di essere “vergognoso” o no.