L’Aula del Senato ha approvato con 208 voti a favore, 33 astenuti e nessun contrario l’ordine del giorno che impegna il Governo “ad avviare tempestivamente mediante le competenti istituzioni le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana”. Lo studente dell’Università di Bologna è da più di un anno in prigione in Egitto, suo Paese di origine (leggi l’articolo).
“Le nuove testimonianze raccolte dalla Procura di Roma sul caso di Giulio Regeni – ha scritto su in un post su Facebook il presidente della Camera Roberto Fico commentando il via libera della mozione per Zaki – rappresentano un segnale importantissimo. Sono un contributo essenziale per rimuovere la cappa di ombre, depistaggi e falsità che impedisce di fare piena luce su quanto accaduto al nostro ricercatore”.
“Il trascorrere del tempo – ha aggiunto Fico -, anziché portare all’oblio, restituisce pezzi di verita’ e testimonianze di chi ha visto o sentito qualcosa. Gli ulteriori elementi probatori acquisiti nei confronti dei quattro appartenenti agli apparati di sicurezza egiziani infondono fiducia sul fatto che si possa andare fino in fondo permettendo di chiarire non solo la dinamica del sequestro ma anche di individuare le responsabilità dirette o indirette per le torture inflitte a Giulio, per la decisione di ucciderlo e per il trasporto del suo corpo ai bordi dell’autostrada fra Il Cairo e Alessandria”.
“La morsa dunque si stringe – ha scritto ancora il presidente della Camera -, i depistaggi emergono ogni giorno di più per ciò che sono stati, e le bugie dello Stato egiziano suonano sempre più offensive, inaccettabili e imbarazzanti. Ancora grazie ai magistrati romani per il lavoro costante e meticoloso portato avanti. L’Egitto sappia che lo Stato italiano farà luce fino in fondo. Come non smetterà di chiedere la liberazione di Patrick Zaki. Da questo punto di vista l’impegno del Parlamento sulla cittadinanza italiana a Zaky rappresenta un messaggio chiaro e significativo”.
“C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente e’ in prigione. Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà” ha detto a Radio Popolare la senatrice a vita Liliana Segre mentre si stava recando al Senato per partecipare alla discussione sulle mozioni per riconoscere la cittadinanza italiana a Zaki.
“Ho fatto questo viaggio – ha raccontato ancora la Segre – perché ci sono delle occasioni in cui uno deve vincere le forze che non sono sempre brillantissime. Ricordo cosa sono i giorni passati dentro la cella, quando non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra e qualcuno entri e ti faccia o ti dica qualcosa che ti possa far soffrire ancora di più”.