Il cammino per portare a casa la riforma costituzionale che abolisce il bicameralismo perfetto è ancora molto lungo. Ma il Governo prova a delinearne le tappe. Oggi, intanto, riprende il cammino parlamentare del ddl Boschi fermo ormai da quattro mesi. Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, prova a riprendere il cammino e ad accelerare i tempi fissando come data massima per superare il terzo passaggio in Senato del ddl entro il prossimo 7 agosto. Il calendario ideale stilato dalla maggioranza di Governo sarebbe quello di tornare subito alla Camera dopo la pausa estiva e “fare il referendum nel giugno del 2016”, come spiegato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, direttamente da Berlino.
LE INSIDIE
Questo il percorso ideale. Ma sullo sfondo si stagliano irti ostacoli per la maggioranza costretta a fare i conti anche con vicende meno politiche ma che si legano al futuro del Governo. Come per esempio i due casi giudiziari legati al Nuovo centrodestra con richieste in Giunta per i due senatori alfaniani, Antonio Azzollini e Giovanni Bilardi (vedi articolo sopra). Il loro futuro si lega anche alle decisioni che prenderanno i senatori del Partito democratico, quindi le scelte potrebbero ricadere anche sui risvolti dell’alleanza. Non è detto, sia chiaro, ma l’ipotesi è tutt’altro che lontana dalla realtà. Se a questo aggiungiamo la bagarre interna al Partito democratico dove le acque sono più che agitate ormai da qualche tempo sembra chiaro che le tappe disegnate a tavolino dalla maggioranza potrebbero subire dei rallentamenti. Si tratta semplicemente di una questione numerica. E a Palazzo Madama lo scarto che regge la maggioranza non è poi così largo. Si prevede un’altra battaglia per il Governo guidato da Renzi a cui , ovviamente, i diversi alleati proveranno a strappare delle concessioni. Allo stesso tempo, però, c’è un Capo dell’esecutivo disposto ad ascoltare, ma che sicuramente, dati i precedenti, non ha alcuna intenzione di calarsi le braghe.
IL DISEGNO DI LEGGE
Convocato stamattina alle 8,30 l’ufficio di presidenza in Commissoine Affari Costituzionali per fissare la tempistica del disegno di legge costituzionale che va a distinguere le competenze di Camera e Senato. “Discutiamo con calma, senza considerare la data del 7 agosto come ultimativa”, ha ammonito la presidente della Commissione, Anna Finocchiaro, del Pd. Alla Camera lo scontro tra maggioranza e opposizione fu già acceso tra maggioranza e opposizione. Il testo ottenne il via libera senza la partecipazione al voto da parte delle opposizioni. Il Senato non elettivo continua a non piacere alla minoranza del Pd, ma Renzi a cambiare il testo non ci pensa proprio. Su modifiche di altro genere, invece, il premier ha fatto sapere di essere disponibile. I presupposti non possono certo far pensare a un passaggio così veloce. O se celere comunque non indolore.