Roma sprofonda nel Mezzogiorno diventando con Bari, Cagliari, Napoli e Palermo una delle città in cui potenziare, secondo la Croce Rossa, le Unità di assistenza da strada. La Capitale, insomma, è una città in cui la povertà aumenta e il disagio sociale diventa ogni giorno più concreto. In uno scenario simile pare ovvio che se la crisi climatica preoccupa – con un ottobre che è stato il secondo più caldo dal 1800 – il freddo dell’inverno, che sembra finalmente arrivato, a chi vive per strada preoccupa ancora di più.
L’appello della Croce Rossa: i senza tetto saranno decimati. Ormai il disagio sociale tocca i livelli del Mezzogiorno
Basti pensare che nei primi quattro mesi di quest’anno, degli oltre 8mila clochard della Capitale, a morire a causa delle basse temperature erano stati almeno in dieci. Per questo la mobilitazione di associazioni e semplici cittadini che vogliano dare aiuto con donazioni è fondamentale, soprattutto in una città che sulla cura dei più deboli sembra sempre in ritardo.
Sabato 12 novembre, infatti, nelle sedi di molti comitati della Croce rossa di Roma e in vari Municipi della Capitale sarà possibile portare coperte nuove e in buono stato che poi saranno distribuite alle persone senza fissa dimora. “Questa sarà una giornata molto importante perché come ogni anno con l’arrivo del clima più freddo”, spiega la presidente di Cri Roma, Debora Diodati, “intensifichiamo le uscite delle nostre Unità di Strada e abbiamo bisogno di molte coperte per le persone che assistiamo.
Le nostre Unità di strada”, continua, “sono un presidio di aiuto durante tutto l’anno per le persone che vivono in strada. Ma d’inverno questa forma di sostegno si rende ancora più urgente e necessaria”. E quest’anno di senza fissa dimora è probabile che ce ne siano anche di più. Dopotutto era stato lo stesso presidente della Caritas Roma, Giustino Trincia, intervistato da La Notizia, a segnalare un peggioramento delle condizioni di povertà e, soprattutto, un aumento delle richieste di aiuto anche da chi, prima dell’emergenza Covid, se l’era sempre cavata da solo.
Basta leggere i dati dei report più recenti, come quello della Caritas, appunto, che segnala il 14,1% dei romani a rischio povertà e il 23,3% che, invece, vive in uno stato di disagio economico. Oppure quelli di MappaRoma che disegnano un quadro della Capitale in cui emerge nettamente l’esistenza di due città: quella dei ricchi nel centro storico e quella dei poveri nelle periferie.
Lo scorso anno dal Comune non era arrivata alcuna misura a sostegno dei più fragili nel periodo invernale e quest’anno non sembra essere altrimenti. Gualtieri a gennaio aveva annunciato di voler realizzare delle tensostrutture riscaldate dotate di bagni disponibili per i clochard, ma poi non se ne era fatto più nulla. Ad oggi il sindaco dem si è limitato a firmare un’ordinanza per posticipare di due settimane l’accensione dei termosifoni nella Capitale “per contribuire a contrastare il caro bollette e la crisi energetica”, una decisione che non è piaciuta al consigliere capitolino leghista Fabrizio Santori preoccupato per la sorte di tanti anziani che, come ha spiegato, “possono rischiare fenomeni di ipotermia senza accorgersene”.
Del Piano Freddo del Comune, intanto, ancora non si hanno notizie. Anzi, secondo il consigliere capitolino del Movimento Cinque Stelle Paolo Ferrara, “Gualtieri sta già attuando un Piano Freddo al contrario, nel senso che con la sua ordinanza che riduce il periodo di accensione dei riscaldamenti costringerà tanti romani in condizioni di fragilità a ‘battere le brocchette’ fino al 21 novembre. È una povertà energetica imposta dall’alto”.