La vicenda comincia a farsi via via più complicata, con lo spauracchio di un conflitto internazionale sullo sfondo. E con un’Europa che ormai non si può dire super-partes o estranea. Prova ne è la riunione che c’è stata ieri in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina. D’altronde Josep Borrell lo aveva annunciato in mattinata: sarebbe stato un Consiglio degli Esteri informale “molto intenso“. E l’avvio è stato in linea con le previsioni. “Le restrizioni all’uso delle armi date all’Ucraina devono essere revocate – ha detto l’Alto rappresentante Ue accogliendo ieri mattina il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Bruxelles -, ci deve poter essere pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia in linea con le regole internazionali”.
L’8 agosto la Commissione europea aveva aperto alla possibilità, ma la decisione spetta ai singoli Stati. Durissima la replica dell’Ungheria, presidente di turno dell’Ue e sul tema della guerra in Ucraina orientata sulle posizioni di Mosca. In un post su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha definito quelle di Borrell “proposte sconsiderate da Bruxelles sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente. La pericolosa furia dell’Alto Rappresentante deve essere fermata. Non vogliamo altre armi in Ucraina, non vogliamo altri morti, non vogliamo un’escalation della guerra, non vogliamo un’escalation della crisi in Medio Oriente. Oggi continuiamo ad adottare una posizione pacifica e di buon senso”.
Armi a Kiev da usare in territorio russo, l’Italia cauta
Cauta rimane, al momento, l’Italia: “Io ero contrario ad organizzare il Consiglio Esteri informale qui a Bruxelles invece che a Budapest, lo ha deciso Josep Borrell”, ha tenuto a specificare Antonio Tajani rispondendo ad una domanda di una tv ungherese. Il vicepremier e ministro degli Esteri ha anche ribadito che sul tema delle armi la posizione dell’Italia non cambia. “Ogni Paese decide per sé – ha detto Tajani -, per quanto ci riguarda l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina“. Insomma, armi difensive. Almeno per ora. Ma chissà che lo scenario non possa cambiare.
Tanto che alcuni Paesi sono stati decisamente più possibilisti alle richieste dell’Ucraina di cominciare a usare le armi made in Europa anche per colpire la Russia in territorio russo. Eloquente la posizione dell’Olanda. Le forze armate ucraine potranno infatti utilizzare gli F-16 forniti dall’aeronautica militare olandese per colpire obiettivi in territorio russo. Lo ha dichiarato il generale Onno Eichelsheim dell’aeronautica militare olandese in un’intervista con Nos. L’Olanda “non ha imposto alcuna restrizione all’uso o alla gittata degli F-16”. In altre parole: “l’Ucraina può utilizzare le risorse che le forniamo come desidera, a condizione che rispetti le leggi di guerra”, ha sottolineato Eichelsheim.
Terrore russo
Nel frattempo Vladimir Putin non fa passi indietro. Tutt’altro. Continuano gli attacchi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. “Gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine sono più che semplice terrorismo contro i civili”, rappresentano “una decisione deliberata del regime di Putin di minacciare il mondo con una catastrofe nucleare”. Lo ha affermato non a caso Andriy Yermak, capo dello staff del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, su Telegram. “Quattro reattori delle centrali nucleari ucraine sono stati scollegati dalla rete durante un attacco russo lunedì, come riferisce l’Aiea. La Russia rappresenta una minaccia nucleare”, ha sottolineato su ‘X’ Yermak. Per alcuni, una vera e propria minaccia rivolta all’intero Occidente di una catastrofe nucleare. Il clima, dunque, si fa sempre più incandescente.