Sarà il Monaco l’avversario della Juventus nelle semifinali di Champions League. Immediato si è levato un sospiro di sollievo da parte dei tanti juventini che assaporano una finale (e una coppa) che è tutt’altro che proibitiva. Ed è in parte vero: Real Madrid e Atletico Madrid sono senz’altro più titolate e col bagaglio di esperienza che non può passare inosservato. D’altronde è facile ricordare che parliamo della detentrice del titolo e di chi, invece, ha perso in finale (peraltro, per due volte consecutive…).
Ciononostante l’errore che i ragazzi di Allegri non devono fare, è affrontare il Monaco prendendo la partita sottogamba. Impossibile, si dirà, visto che parliamo comunque di una semifinale. Ma la necessità è che per passare il turno bisogna vedere in campo la stessa tenacia dimostrata nelle due partite contro il Barcellona.
Perché il Monaco di Leonardo Jardim gioca bene, diverte, è veloce. E soprattutto segna. Ne sa qualcosa il Borussia Dortmund, annientato 3-1 allo Stade Luis II nel ritorno dei quarti di finale. Tedeschi superati e semifinale di Champions League raggiunta dopo 13 anni. Ma ne sa qualcosa anche il Manchester City di Pep Guardiola. Perché i numeri parlano chiaro: 12 gol in quattro partite, tra ottavi di finale e quarti. Nessuno come il Monaco. Esattamente come nessuno come la Juventus per quanto riguarda la fase difensiva.
D’altronde questi numeri non devono sorprendere. L’attacco del Monaco ha fatto fino ad ora qualcosa come 90 gol in campionato. Merito delle sue stelle. Una in particolare, la più splendente: Kylian Mbappé. Il più giovane esordiente nella storia del Monaco (anche il marcatore più precoce) e della Nazionale francese, il giocatore più giovane a mettere a segno una doppietta in un quarto di finale di Champions League. E poi c’è lui, El Tigre Radamel Falcao, rinato definitivamente dopo un periodo “no”. Bastano i numeri per dimostrarlo, come ricorda Gianluca Di Marzio sul suo blog: 18 gol in campionato, 7 in Champions League compresi i 2 nei preliminari. La Juventus è avvertita.
E il resto? Equilibrio e organizzazione. Esterni veloci e un centrocampo equilibrato affidato alla coppia Joao Moutinho e Bakayoko. E infine la difesa, il punto debole del Monaco. Anche se a guidarla c’è una vecchia conoscenza della Serie A come Kamil Glik, vicino al capitano Andrea Raggi, ormai un veterano dalle parti del Principato. Insomma, barra dritta e pedalare. La Juventus è avvisata. Ma ce la può fare. Basta che a scendere in campo siano gli undici leoni visti al Camp Nou.