Zelensky dice di essere pronto a firmare l’accordo con Trump per lo sfruttamento delle terre rare ucraine, sfruttamento a favore degli Usa, s’intende. Come sono lontani i tempi in cui l’ex attore era riverito e applaudito ovunque.
Silvia Martini
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Gentile lettrice, è brutto rivendicare “noi l’avevano detto”, però era tutto prevedibile e previsto. Del resto Henry Kissinger, col suo fare sarcastico e icastico, l’aveva spiegato 50 anni fa: “Essere nemici dell’America può essere pericoloso, ma essere amici dell’America può essere mortale”. E aveva ribadito: “L’America non ha amici, ha solo interessi”. Non è cambiato nulla da allora. Gli Usa sono soliti abbandonare popoli e dittatori al loro destino non appena non servono più ai loro interessi: Vietnam, Afghanistan, Iraq, Argentina di Videla, lo Shah di Persia, i curdi siriani, il dittatore filippino Marcos e così via. Tra i sedotti e abbandonati forse includeremo presto anche l’Europa. Per tornare all’Ucraina, non ho simpatie per Zelensky, l’uomo che rifiutò di firmare l’accordo di pace con la Russia nel marzo 2022 e in tal modo ha mandato a morire centinaia di migliaia di ucraini, decretando anche l’indebitamento del suo Paese per i prossimi secoli. Ma non posso non notare che il vertice massimo nel ramo cinismo è l’America. Prima arruola gli ucraini come manovalanza per combattere una guerra per procura contro la Russia. Poi, dopo circa un milione di morti, dice che vuole le terre rare “per recuperare gli investimenti fatti per la difesa dell’Ucraina” (testuale). Penso che neanche Attila e Gengis Khan messi insieme sarebbero stati capaci di tanto.