di Angelo Perfetti
Un lavoratore dipendente lombardo, pagherà, di addizionali locali in media 649 euro invece di 947 cioè 300 euro in meno di quanto non si paghi nel Lazio. Altro che Italia unita, la gestione diversificata delle Regioni ha portato con sé enormi disparità di trattamento sia in termini strettamente economici (dovuti alla diversa esposizione debitoria degli Enti) sia in termini di qualità dei servizi.
I conti sulle buste paga
Uno studio della Cgia di Mestre pubblica che i cittadini del Lazio si ritrovano oggi a pagare addizionali regionali altissime: quest’anno un dipendente con un reddito di 36.300 euro, si legge, avrà un prelievo in busta paga di 10.435 euro, 947 dei quali finiranno alla Regione Lazio e al Comune di residenza, mentre un quadro che nel 2013 guadagnerà 59.400 euro sarà chiamato a pagarne 20.575 di Irpef, dei quali 1.551 euro andranno alla Regione Lazio e al Comune di residenza. Praticamente un salasso degno di una Imu per una seconda casa. Ma quali sono le voci delle entrate tributarie considerate? Si passa dall’imposta regionale per le attività produttive all’addizionale Irpef, dalle tasse automobilistiche, ai rifiuti. Come si è arrivati a questo punto? La colpa è della gestione dissennata di alcune Regioni, che per ottenere gli stessi beni o servizi pagano anche il triplo di altre Regioni.
Il caso Lazio
Il Lazio in particolare è maglia nera non solo sotto l’aspetto regionale: anche i Comuni capoluogo non scherzano per pressione tributaria, tanto da occupare le prime cinque posizioni a livello nazionale. Se è vero che le tasse locali pesano di media per 1233 euro su ciascun italiano, nella “top five” troviamo nell’ordine Rieti (1934 euro pro capite), Latina 1899 euro, Frosinone 1823 euro, Viterbo (1803 euro) e Roma con 1758 euro. I più convenienti per le tasche dei cittadini sono in Sicilia: Messina (779 euro pro capite), Caltanissetta (711) e Agrigento (672). Colpa dell’esosità delle amministrazioni comunali? Non esattamente. I Comuni del Lazio si trovano ai primi posti della classifica nazionale proprio perché l’addizionale regionale Irpef e l’aliquota dell’Irap sono state portate ai valori massimi stabiliti per legge. Scelte necessarie per ripianare il deficit sanitario. Un’eredità che viene da lontano, ma che il neo eletto presidente della Regione Lazio Zingaretti dovrà giocoforza affrontare. Non sarà facile far capire ai cittadini che si ritroveranno soldi in meno sulle buste paga che la colpa viene da lontano. E comunque bisognerà pur intervenire.