di Gaetano Pedullà
Un’occasione da non buttar via. Anche nel paese che ha fatto dello spreco di denaro pubblico un’abitudine, questa volta non si può scherzare. Oggi l’Europa – bontà sua – ci toglierà il cappio della procedura d’infrazione per aver prodotto un eccesso di deficit. La decisione è scontata, anche perché altri Stati spendono e spandono molto più di noi, senza curarsi di Bruxelles. Certo, gli euroburocrati ci faranno la solita ramanzina, dobbiamo ridurre il debito, spendere meglio e in modo più produttivo, ma poi alla fine metteranno nelle mani del governo Letta ancora qualche fiches da giocare sul tavolo della ripresa economica. Poca roba, sia chiaro, qualche miliardo con cui non si arriva a coprire neppure il rinvio dell’Imu, il rifinanziamento della Cassa integrazione e altre spesucce in sospeso, come il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni con le imprese fornitrici.
Col via libera dell’Europa però qualcosa da spendere ci sarà. E qui è dove il governo dovrà fare sul serio. Scegliere una strada e seguirla fino in fondo. Se possibile, puntare sulla creazione di nuove occasioni di lavoro. Sulla formazione. Sui giovani. Ma qualunque sarà la decisione, ciò che conta è che questo denaro non sia utilizzato in modo improduttivo, cedendo alle promesse elettorali impossibili, alle pressioni sindacali, alle manovre delle lobby e quant’altro. Già questo governo – tenuto in piedi su mandato di due aree politiche contrapposte – non può fare che piccole riforme. Se per di più adesso, per sopravvivere, dovesse accettare i diktat dei partiti e buttare via quest’ultima occasione, allora sì che la metamorfosi sarà completa: dalle larghe intese (della politica) alla larga delusione (degli elettori), fino al massimo tradimento (di chi ancora ci crede) che senza un’offerta politica nuova e una maggioranza solida si possa uscire in qualche modo dalla crisi.