“Noi del Movimento Cinque Stelle abbiamo ingoiato tanti bocconi amari e fatto sacrifici in questo Governo. Ma la nostra generosità non è stata contraccambiata”. Paola di Luigi Gallo, vicecapogruppo del M5S alla Camera, che in un’intervista a La Notizia spiega come e perché l’esperienza dell’Esecutivo Draghi si sia conclusa.
Il Governo Draghi è giunto al capolinea. Come si è arrivati a questo epilogo?
“Bisognerebbe chiederlo a Mario Draghi. Sono state scelte che ha fatto lui. Sia la scorsa settimana quando è salito dimissionario al Colle, nonostante avesse la fiducia delle Camere, sia ora che in Parlamento ha fatto una proposta di un patto di Governo non modificabile in nessun punto”.
È stata una sorta di sfida quella che Draghi ha lanciato ai partiti?
“Io mi attengo ai fatti che sostanzialmente dal punto di vista del Movimento erano concentrati sulle necessità e i problemi del Paese. Abbiamo un enorme problema di precarietà, di giovani che lavorano per pochi mesi e pochi euro, e quindi problemi di reddito. Le nostre imprese si trovano pressate dal caro energia e sono in grossa difficoltà a ripartire. Senza contare le oltre 40mila aziende bloccate col Superbonus e con i cantieri fermi che sono anche un disagio per le famiglie che stanno ristrutturando. Sono tutti temi concreti ai quali non sono arrivate risposte reali, quasi ci fosse una sorta di distacco dai problemi del Paese”.
Salario minimo, Reddito di cittadinanza, Superbonus. Cosa del discorso di Draghi non vi ha rassicurato?
“Sul salario minimo ha rimandato alla contrattazione collettiva ma non serve un Governo per questo. Sul Superbonus la risposta è stata di critica a chi l’ha pensato e strutturato. Ma il Superbonus da quando è partito ha fatto nascere numerose imprese, ha prodotto occupazione e spinto sulla transizione ecologica che noi amiamo che va a vantaggio dell’ambiente e dell’economia e accelera la transizione energetica. Stiamo rifornendo le famiglie in maniera diffusa di energia rinnovabile, di risparmio energetico per la propria abitazione”.
Lega e Forza Italia volevano una rinnovata squadra di Governo e ponevano come condizione la vostra uscita dal perimetro della maggioranza e dell’Esecutivo.
“Non credo che il centrodestra abbia soluzioni concrete per il Paese. Posso solo registrare che l’unica forza politica che si è impegnata di più per portare proposte siamo stati noi del Movimento. E parlo del salario minimo, del Reddito di cittadinanza, dell’ecobonus e Superbonus, del decreto Dignità con cui avevamo bloccato la precarietà. Da altre forze politiche io ho visto solo un galleggiamento. Non credo che abbiano soluzioni per il Paese”.
La vostra capogruppo al Senato ha detto che solo quando il Movimento non ha approvato un provvedimento si è scatenato il putiferio mentre quando altri partiti non l’hanno fatto, vedi Italia viva con la riforma Cartabia o la Lega con i decreti Green Pass, tutto è passato in cavalleria. C’era ostilità verso il Movimento?
“Questo non posso dirlo ma posso certificare che in questo Governo noi siamo entrati con grande generosità e voglia di lavorare e affrontare le problematiche dei cittadini. E ci siamo trovati a ingoiare bocconi amari. C’è stato un attacco alla riforma anti-corruzione, l’eliminazione del cashback fiscale, la sospensione del decreto Dignità, l’indebolimento del Reddito di cittadinanza, il blocco del Superbonus. L’elenco è lungo. Le misure apprezzate e utilizzate dai cittadini, da noi pensate e realizzate, sono state smantellate nonostante il nostro apporto a questo Governo. La nostra disponibilità non è stata contraccambiata. E mi faccia dire un’altra cosa”.
Prego.
“Dalle altre forze politiche non c’è stata uguale generosità a retrocedere rispetto a questioni identitarie. Se noi abbiamo accettato di fare sacrifici mentre altre forze politiche hanno bloccato il Parlamento su alcune misure come il decreto fisco e concorrenza e non procedevano su riforme importanti su cui noi avevamo dato invece la nostra disponibilità e il nostro contributo”.
Eppure tutti gettano addosso a voi la croce della responsabilità di aver causato la caduta del Governo Draghi.
“Io credo che tutti abbiano potuto osservare la scarsa generosità di tutte le altre forze politiche verso questo Esecutivo. Quelle del centrodestra non avevano nessuna intenzione di fornire il loro contributo. Ma anche altre forze politiche hanno cercato di portare avanti le loro necessità anche locali – vedi l’inceneritore – senza tener conto di una strategia nazionale che dovrebbe affrontare, per esempio, l’intero ciclo dei rifiuti”.
I vostri ex compagni di viaggio, Luigi Di Maio e i suoi, vi hanno definito il partito della crisi.
“Siamo il partito delle proposte e questo ci ha contraddistinti. Proposte in parte realizzate, in parte no. Vedi il salario minimo che è stato osteggiato in maniera incomprensibile, considerando che nella quasi totalità dei Paesi europei esiste”.
La fine del Governo Draghi coincide con la fine del campo largo?
“Io credo che quanto stiamo proponendo da mesi sia una perfetta agenda per una coalizione progressista ed ecologista perché mettiamo insieme i temi sociali e i temi dell’ambiente. E L’Istat, oltre a darci un quadro nero su redditi e povertà, ci dice anche che gli italiani sono preoccupati dalla crisi climatica e dai problemi che riguardano l’ambiente. Oggi il Movimento è l’unica forza politica che ha messo impegno e coerenza nella transizione green e nella salvaguardia dell’ambiente”.
Da dove riparte ora il Movimento?
“Continuiamo il nostro lavoro. Siamo qui per dare risposte ai cittadini. La nostra disponibilità è sempre quella e saremo impegnati anche in questa fase in questa attività”.
Il Movimento ha paura di andare a votare?
“Noi siamo nati con la democrazia diretta e ogni volta che si dà la parola ai cittadini è tra i momenti più importanti della vita democratica di un Paese. La democrazia non è mai un problema semmai è la soluzione per risolvere le disuguaglianze. E per affrontare le emergenze che ci sono in questo momento”.