di Alessandro Barcella
Da Assessore comunale a candidato al Senato della Repubblica. Da candidato al Senato a scrutatore di seggio. Da scrutatore a rappresentante di lista. E tutto questo nell’arco di una sola giornata. Una vicenda incredibile ma vera, che ha per teatro il comune di Cusano Milanino. Siamo nell’hinterland nord di Milano, in un paesino di 20.000 anime noto appena grazie a tre cittadini “illustri” (Giovanni Trapattoni, l’ex ministro berlusconiano dello Sviluppo Economico Paolo Romani e il giornalista Walter Tobagi, che qui visse 12 anni). Il nostro protagonista si chiama Gianluigi Parodi, 71enne assessore leghista al Bilancio: una vita a dirigere gli uffici amministrativi e finanziari di grandi aziende e una decina abbondante di anni di militanza politica alle spalle. L’Assessore, oggi in pensione, non ha però resistito alle lusinghe di una candidatura al Senato, in quota Lega e nella circoscrizione Lombardia 1. Ma le speranza di volare a Roma sono poche: “Tanto non mi eleggeranno”, aveva detto a più riprese Gianluigi Parodi. E allora l’idea, curiosa quanto vietata espressamente dalla Legge, di arrotondare la pensione ( e l’indennità da assessore di 11mila euro lordi annui) con l’emolumento previsto per gli scrutatori di seggio elettorale: “ben” 120 euro. E’ infatti la Legge 270 del 1985 a definire con chiarezza l’incompatibilità tra addetto alle operazioni elettorali di seggio e candidato politico.
Il nostro Assessore, regolarmente iscritto nelle liste degli scrutatori (oltre 20 giorni prima del voto e con consegna a mano della domanda negli uffici comunali), prende posto al seggio 17 di via Edera (nella zona del Milanino, la signorile città-giardino di inizio ‘900 dove risiede). Dalla cronaca alla farsa: Parodi inizia con solerzia il suo lavoro di scrutatore, timbrando oltre un centinaio di schede tra politiche e regionali. Qualcosa però all’improvviso salta: alcuni uomini dell’Arma, in servizio ai seggi, si accorgono di quell’insolita presenza. Attimi convulsi, tra lo stupore dei militari e la serenità di Parodi, che dice di ignorare l’incompatibilità evidente. Le schede già timbrate, quasi 150, devono essere riconsegnate in Prefettura per l’annullamento. La situazione rientra: nuove schede vengono sostituite a quelle di Parodi, nel frattempo allontanato dal seggio. Storia finita, direte voi. Per nulla, perchè il giorno dopo l’ineffabile Assessore torna ai seggi: nuova “casacca” per lui, questa volta da rappresentante di lista (sempre per la Lega Nord). Molte le domande senza ancora risposta. Nessun altro nel seggio conosceva il proprio assessore al Bilancio? E il Sindaco, che per Legge firma gli incarichi di nomina? E davvero, come alcuni sostengono, la “soffiata” sarebbe giunta dall’opposizione consiliare di sinistra? Gianluigi Parodi, intanto, continua a non volersi scusare: “non ho fatto davvero nulla di male”, è la sua scocciata difesa. E a Cusano in molti, adesso, aspettano la nuova trasformazione dello “Zelig” di provincia.