Se i taxi non bastano la colpa è di tutti. Salvini si auto-assolve

Per Matteo Salvini a carenza strutturale di taxi in Italia è colpa dei sindaci e dei comuni, ma non del ministro delle infrastrutture.

Se i taxi non bastano la colpa è di tutti. Salvini si auto-assolve

La colpa è sempre degli altri. Di chi ha governato prima o dei sindaci, a seconda del caso. Per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, se in Italia i taxi sono pochi e regna ancora il caos sul settore la colpa non è sua. Lui ha fatto quel che doveva, ma poi sono i sindaci inadempimenti. O chi ha governato prima di lui, dimenticando peraltro che al governo la Lega c’era anche quando a Chigi sedeva Mario Draghi. 

Carenza di taxi, la colpa è di tutti ma non di Salvini

La colpa è dei comuni, se le licenze non bastano, secondo Salvini. Che rispondendo al question time alla Camera sottolinea che il trasporto non di linea è un tema su cui il governo avrebbe poco potere, dipendendo invece “dalle amministrazioni territoriali”. A Milano, questo il ragionamento di Salvini, il problema sarebbe minore perché “è stata espletata una gara per 450 nuove licenze” ed “è annunciato un nuovo bando per ulteriori 450 licenze”. Il governo, invece, il suo l’avrebbe fatto con il decreto Asset che ha introdotto “misure per rafforzare l’offerta taxi”. Anche se sin dal primo momento era chiaro a tutti che non sarebbe stato sufficiente. 

La colpa è di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma: nella Capitale “la situazione delle code nelle stazioni e negli aeroporti è insostenibile” per il vicepresidente del Consiglio. Che attacca il primo cittadino: “Attendiamo da un anno, con ansia, che la giunta di sinistra pubblichi il bando per le nuove licenze, annunciato per la fine di luglio”. 

La colpa è anche della mancanza di “dati reali e attendibili”, che non permette di “ordinare un settore così cruciale”, peraltro “senza digitalizzare le procedure”. Su questo Salvini annuncia la pubblicazione del decreto sul registro elettronico nazionale, necessario “per un reale censimento sui numeri delle licenze e sulle autorizzazioni attive”. La colpa è di tutto e tutti, quindi. Ma non di Salvini.