Un mantra delle grandi notti elettorali è “attendiamo i dati veri, ma se gli exit poll fossero confermati…”. Ecco, se davvero fossero veri quei numeri sarebbero un vero incubo per Matteo Renzi. Mentre a Roma, il Movimento 5 Stelle è oltre ogni rosea aspettativa: la soglia del 30%, fissata come la soluzione migliore, è stata nettamente sfondata da Virginia Raggi. Che si presenterebbe al ballottaggio da netta favorita, indipendentemente dall’avversario che si presenterà. Insomma, proponiamo i primi spunti assumendoci il rischio di parlare su una base numerica alquanto fragile (ma che del resto conferma le cifre di alcuni sondaggi).
Gli exit poll da incubo per Renzi
Per quanto il presidente del Consiglio abbia cercato di dare un significato locale alle amministrative del 2016, il risultato non può essere ignorato. Perché il problema non è solo a Roma, dove comunque Roberto Giachetti si è difeso bene, anche se è tutta da vedere la sua partecipazione al secondo turno. A Napoli sarebbe confermato lo psicodramma con Valeria Valente terza, esclusa dal secondo turno. Per la seconda volta consecutiva dopo il ko di cinque anni fa, quando fu candidato il prefetto Mario Morcone per riparare al pasticcio dei brogli alle primarie. Addirittura a Bologna Virginio Merola rischia di restare sotto il 40%: un consenso che metterebbe a repentaglio la vittoria contro un candidato anti-sistema. A Torino il film è lo stesso: il sindaco uscente Piero Fassino è in vantaggio, ma con il pericolo che Chiara Appendino dei 5 Stelle possa fa convergere su di lei il voto delle opposizioni, mettendo insieme i voti leghisti finito ad Alberto Morano e quelli di sinistra radicale dati a Giorgio Airaudo. E infine a Milano, laboratorio del Partito della Nazione con il candidato Giuseppe Sala, c’è solo una vittoria parziale: il centrodestra, capeggiato da Stefano Parisi, è molto competitivo, tanto da poter sognare la riconquistare della città. Uno scenario impensabile fino a due mesi fa.
Cinque Stelle, due sorrisi
Il risultato su Roma può “drogare” l’esito complessivo delle amministrative per il M5S. Lo straripante successo della Raggi non può oscurare due problemi: a Milano Gianluca Corrado, uno dei pupilli di Beppe Grillo, è lontanissimo dal ballottaggio, ottenendo percentuali di testimonianza. Stesso discorso a Napoli, con la scusante che il signor Brambilla non ha mai dato la sensazione di essere una prima scelta. Dunque, l’analisi dei pentastellati passa per Torino e Bologna, nella consapevolezza che il caso-Roma fa storia a sé. Sotto la Mole Chiara Appendino è andata bene, oltre le previsioni: bisogna vedere qual è la sua capacità di attrarre voti moderati, oltre a quelli “di protesta”. Il vero ago della bilancio è Bologna: se Massimo Bugani dovesse raggiungere il secondo turno (peraltro con buone chance di vittoria), allora per i 5 Stelle le amministrative di giugno 2016 sarebbero un sogno a occhi aperti.
Gli exit poll liquidano Berlusconi
Giorgia Meloni esce comunque vincitrice della competizione: gli exit poll la danno in corsa per il ballottaggio con Alfio Marchini nettamente staccato. La sfida nel Centrodestra a Roma ha segnato la netta sconfitta per Silvio Berlusconi, e di conseguenza l’affermazione dell’asse Salvini-Meloni. Per la Lega c’è anche il buon risultato di Lucia Borgonzoni a Bologna, dimostratasi competitiva. Per il resto, infine, sul fronte dei moderati c’è poco altro da segnalare, se non un aspetto: senza unità, il bipolarismo è tutto di marca Pd-M5S.