Anche se la Capitale rimane sorvegliata speciale, dopo la violenta scossa di terremoto di domenica scorsa in tutto il Centro Italia, già oggi le scuole capitoline riaprono i battenti. La sindaca Virginia Raggi, infatti, con un’ordinanza ad hoc, le aveva chiuse per la giornata di lunedì “per consentire un rapido accertamento della situazione”, come si può leggere sul sito istituzionale di Roma Capitale. Una verifica che, però, per quanto veloce, era troppo ottimistico prevedere si esaurisse nell’arco di sole 24 ore. Tant’è che ieri i controlli sono proseguiti e non sono mancate le polemiche.
SI TORNA IN CLASSE
Le lezioni ripartono, dunque, ma gli accertamenti sono tutt’altro che conclusi. E tra i primi a farlo notare è stato il presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Mario Rusconi, che ha evidenziato come secondo una stima della stessa associazione siano “state controllate meno della metà delle scuole romane. In molte – ha affermato ieri – le verifiche non ci sono state. Diversi controlli, secondo quanto mi riferiscono i presidi, continueranno nei prossimi giorni”. Non senza aggiungere: “Dunque molti istituti riapriranno sotto la responsabilità dei presidi”.
TALLONE D’ACHILLE
Ed è questo il vero nodo della questione, l’annoso problema delle responsabilità di fronte al quale Roma e l’Italia intera si scopre sempre vulnerabile, qualunque sia l’emergenza. Del resto, lo scaricabarile tra Provincia e Anas, dopo il crollo del cavalcavia sulla statale Milano-Lecco, è solo uno degli esempi più recenti di questo male italico. Una cattiva gestione che spesso e volentieri i complessi iter burocratici finiscono solo per acuire. Perciò, tornando alle scuole capitoline, il numero uno dell’associazione dei presidi del Lazio ha subito sollevato due questioni chiave: da un lato l’agibilità delle scuole che spesso non viene certificata dai tecnici dopo le verifiche, “anche se non ci sono problemi”, e dall’altro i controlli stessi avviati dai Municipi solo dopo le segnalazioni dei presidi, come se fossero loro i responsabili degli istituti scolastici.
MALE COMUNE
La sicurezza delle scuole, però, non è un problema solo capitolino. Basta dare uno sguardo all’Anagrafe dell’edilizia scolastica del Miur (dati aggiornati al 7 agosto 2015), infatti, per constatare come solo il 49% degli istituti scolastici del Paese sia dotato di un certificato di collaudo statico. Ed è una magra consolazione sapere che il 50% degli immobili sia più antico (costruito prima del 1971) della normativa sul collaudo statico degli edifici. Senza contare, infine, che non va meglio neppure sul piano dell’agibilità e abitabilità delle strutture: una certificazione di cui è in possesso solo il 39% delle scuole, mentre il 45% ne è privo e il 12% non ha fornito indicazioni al riguardo.