Da lunedì 8 marzo 5,7 milioni di studenti seguiranno le lezioni da casa. Tra questi, ben 200 mila alunni con disabilità, i due terzi del totale. Ma tra pochi giorni potrebbero essere molti di più gli studenti costretti alla didattica a distanza. Se i governatori regionali disporranno la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti. E’ la conseguenza di quanto disposto dal nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo, che prevede scuole chiuse nelle zone rosse e possibilità per i governatori di chiuderle in quelle arancioni e gialle.
E Tuttoscuola, prendendo a riferimento gli ultimi dati messi a disposizione dalla Fondazione Gimbe (che ha rilevato l’incidenza di casi positivi per 100.000 abitanti sul territorio nazionale) ha calcolato una nuova proiezione del numero di alunni costretti alla didattica a distanza, in base alla quale si arriverebbe a 7,6 milioni di alunni in dad: nove ragazzi su dieci (90,1%) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie potrebbero a breve essere impegnati nella didattica a distanza.
Un “lockdown formativo” quasi totale, con una “scuola diffusa” nelle case di 7,6 milioni di famiglie italiane.
Veneto, Piemonte, Lazio e Friuli Venezia Giulia potrebbero essere le prossime Regioni a chiudere completamente le scuole, a causa dell’elevato indice di contagi, già oggi superiore a 250 casi positivi per 100.000 abitanti.
Tuttoscuola ha effettuato una mappatura del numero di studenti che conseguentemente dai prossimi giorni farebbero lezione a scuola o da casa, sia per area geografica, sia per grado di scuola, con un focus sugli alunni con disabilità.
Nello specifico, secondo i calcoli di Tuttoscuola, potrebbero essere dunque 7 milioni e 668 mila (più di 9 su 10) gli alunni di scuole statali e paritarie su un totale di 8 milioni e 506 mila costretti a seguire le lezioni a distanza. I dati comprendono anche circa 1 milione e 235 mila bambini di scuola dell’infanzia esclusi dalle attività educative in presenza a scuola.
Le regioni interessate da questa chiusura totale che andrebbero ad aggiungersi alle situazioni già note sono il Lazio con 821.329, il Veneto con 680.096, l’Emilia Romagna con 620.423, il Piemonte con 573.231, la Toscana con 504.616. Si potrebbero salvare da questa chiusura totale la Sicilia (indice a 142) con 615.891 alunni a scuola, la Val d’Aosta (indice 113) con 15.552 in presenza e la Sardegna (indice 61) con 207.286 alunni in zona bianca.
Complessivamente, secondo Tuttoscuola, vi sarebbero 838.712 (9,9%) alunni in presenza a scuola e 7.668.053 (90,1%) in DAD, con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori nelle regioni in cui è consentito. Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguirebbero le attività didattiche a scuola 158.097 bambini delle scuole dell’infanzia (il 11,3%), 287.948 alunni della primaria (il 11%), 191.336 alunni della scuola secondaria di I grado (il 11,2%) e parzialmente in alternanza al 50% 201.331 studenti delle superiori (il 7,2%).
E sono quasi 300 mila gli alunni con disabilità che frequentano scuole statali e paritarie. Duecento mila vivono in zone con scuole chiuse dall’8 marzo. Ma nei prossimi giorni potrebbero diventare 265 mila quelli coinvolti (88,3%), di cui 26 mila nella scuola dell’infanzia, 97 mila nella primaria, 66 mila nelle medie e 75 mila nelle superiori. Per loro, sottolinea Tuttoscuola, il DPCM prevede una certa tutela, in quanto è consentito comunque l’accesso a scuola in presenza per assicurare il massimo di inclusione.
L’ipotesi, secondo Tuttoscuola, non è di facile attuazione, in quanto occorrerebbe anche la presenza dei compagni di classe (e dei docenti) per realizzare effettivamente l’inclusione. Molti operatori del settore hanno criticato questa separazione. Il rischio è che siano ancora una volta i più fragili a pagare in modo preoccupante gli effetti della pandemia, come successo nella primavera scorsa nei mesi di lockdown totale.
La regione con il maggior numero di alunni con disabilità è la Lombardia (53.645), seguita dalla Campania (32.261) e dal Lazio (29.624), quest’ultima con le scuole ancora aperte