Un taglio alle autonomie scolastiche. Un “grave attacco alla rete scolastica regionale”, come la definiscono i sindacati. Un rischio soprattutto per alcune zone della provincia e per i territori meno popolati. Parliamo della decisione della giunta regionale del Lazio, guidata da Francesco Rocca, di emanare una proposta di modifica alle Linee guida sulla programmazione della rete scolastica per l’anno 2024/2025.
Più istituti accorpati nelle province. Cambiata in giunta la delibera della Regione Lazio concordata con i sindacati della scuola
In pratica si è deciso di cambiare le Linee guida già deliberate scegliendo di optare per un taglio di 37 autonomie scolastiche. Più del previsto. Il che, concretamente, vuol dire accorpare gli istituti, soprattutto in alcune zone della provincia. Come avverrà per esempio nel reatino, dove gli accorpamenti dovrebbero essere almeno quattro. I sindacati sono sul piede di guerra: Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anief chiedono alla Regione di tornare subito sui suoi passi. L’accusa all’ente guidato da Rocca è di aver “emanato una proposta di modifica della deliberazione” precedentemente adottata, imponendo un taglio immediato per ben 37 autonomie scolastiche. Per le sigle si tratta di un vero e proprio attacco alla rete regionale.
Secondo i sindacati questa decisione andrà a danneggiare l’offerta formativa e anche l’assetto delle istituzioni scolastiche. Con ripercussioni inevitabili anche sui lavoratori, sugli studenti e sulle famiglie. Uno dei primi punti sottolineato dai sindacati è di metodo, senza alcun “percorso di coinvolgimento delle comunità educanti e dei territori”. Non a caso viene sottolineato come sia stato cancellato “il fondamentale passaggio del consueto e necessario confronto democratico con le parte sociali e gli enti che rappresentano i territori”.
Ma il problema principale resta di merito, perché la “drastica riduzione delle autonomie scolastiche” sconfessa la linea finora seguita dalla Regione e fa diventare il dimensionamento “da soft a very strong, in totale spregio dell’esigenza di investimento che la rete scolastica nel Lazio necessiterebbe”. I sindacati chiedono quindi alla Regione di tornare indietro, annunciando “ogni ulteriore iniziativa a difesa del sistema scolastico laziale”. Le sigle vorrebbero che la giunta cancellasse la “gravissima decisione” presa con le modifiche alle Linee guida, limitando “le operazioni di dimensionamento alle sole proposte già pervenute dai singoli territori”, con un taglio decisamente minore a quello attuale.
Perché, come sottolinea anche il consigliere regionale di Azione, Alessio D’Amato, con il taglio di 37 comprensori vengono colpite le famiglie “e le fasce più deboli, soprattutto nel reatino”, dove sono di più i casi di accorpamento previsti. I sindacati invitano quindi anche le istituzioni locali e tutta la comunità scolastica a opporsi al provvedimento regionale, nella speranza che la giunta ascolti l’appello di famiglie e operatori che vivono tutti i giorni la difficile situazione delle scuole di provincia.