È entrato in vigore da oggi il nuovo protocollo anti-Covid per le scuole che ha innalzato il a 3 il numero minimo delle positività che obbligheranno la quarantena automatica per tutta la classe e dunque l’attivazione del didattica a distanza. Il 6 novembre scorso il ministero dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, aveva inviato alle scuole il nuovo protocollo (leggi l’articolo) e una circolare con le spiegazioni tecniche per i presidi.
Il nuovo protocollo prevede provvedimenti – di responsabilità dell’autorità sanitaria – diversi a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale. In presenza di un caso positivo, i compagni di classe faranno un test il prima possibile, definito “T0”, e se il risultato è negativo si potrà rientrare a scuola, e poi uno dopo 5 giorni; nel caso di due positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena; nel caso di tre positivi andrà in quarantena e in Dad tutta la classe.
Per i più piccoli è previsto un test subito e una quarantena di dieci giorni, al termine della quale dovranno effettuare un test; per i loro insegnanti la valutazione è in carico alle autorità sanitarie, dipende da tempo di permanenza nella stanza e dal contatto diretto con il caso positivo. Il preside sospende “in via eccezionale ed urgente” le lezioni nel caso in cui le autorità sanitarie “siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente”.
Ma agirà in base ad una serie di indicazioni predeterminate, dettate dalla circolare: informa la Asl, individua i “contatti scolastici” e per loro sospende temporaneamente le lezioni, “trasmette ai contatti scolastici le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal DdP” e “segnala al DdP i contatti scolastici individuati”. I dati sui vaccinati non sono nella disponibilità della scuola e “quindi non vanno trattati”.