“La variante inglese ha modificato radicalmente il quadro precedente: colpisce anche i ragazzi e non solo quelli tra i 10 e i 19 anni, ma anche più piccoli. E’ chiaro che di fronte a questa che voglio credere sia l’ultima battaglia dobbiamo essere tutti uniti”. E’ quanto ha detto a Radio Anch’io e a La Stampa il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, a proposito del rischio chiusura degli Istituti (leggi l’articolo).
“In questo periodo – ha aggiunto il ministro dell’Istruzione – le scuole non sono mai state chiuse: bisogna iniziare ad aggiungere, fare dei percorsi di sostegno dei singoli, non con tutti seduti al banco fino al 30 giugno ma con percorsi individuali. Gli insegnanti sono presenti fino al 30 giugno per tutte le attività della scuola. Si tratta di portare avanti questo lavoro, siamo solo a marzo, c’è tutto il tempo di verificare la perdita degli apprendimenti, i docenti stanno già facendo questo lavoro”.
“La scuola è presenza – ha detto ancora l’esponente dell’Esecutivo -, ma in questo anno difficilissimo i nostri insegnanti hanno lavorato tutti e gli va riconosciuto, hanno tutti lavorato in situazioni difficilissime e lo hanno fatto per non abbandonare nessuno. Questo è un patrimonio che non può essere disperso”.
“Abbiamo chiesto un parametro chiaro. Il Cts ce lo ha dato – ha detto ancora Bianchi -: 250 casi ogni 100 mila abitanti. Abbiamo fatto delle scelte. La scuola sarà a distanza in situazioni eccezionali e comunque nelle aree in cui servono forti restrizioni legate all’andamento dell’epidemia. Dobbiamo tutelare la salute pubblica, in particolare quella dei nostri bambini, e preservare la piena funzionalità del sistema sanitario”.
Il ministro ha poi assicurato che si sta lavorando “al miglioramento” della Dad, “con un gruppo composto da persone sia interne al ministero che provenienti dai territori, dirigenti scolastici, docenti, maestri di strada”. “Attiveremo la rete del volontariato a supporto della scuola – prosegue – favoriremo i patti di comunità con il territorio, guardando anche oltre l’emergenza, considerando la dad non come ripiego ma come integrazione e arricchimento per costruire una scuola nuova”.