Il Superbonus? Un grande risultato. Sono i numeri, d’altronde, a dirlo chiaramente, per cui chi parla di truffe cerca solo “un pretesto per depotenziare la misura”. Ecco perché “se al premier la misura non lo dica chiaramente, senza trincerarsi dietro truffe inesistenti”. Parla senza peli sulla lingua Marco Croatti, senatore M5S membro della commissione Industria. Che lancia anche un altro nitido appello al premier sul caro-bollette: “Dobbiamo sostenere famiglie e imprese con più soldi: Draghi e restìo a un nuovo scostamento, ma secondo noi su questo fronte è necessario”.
Anche sul Superbonus, come ha ricordato, sembrerebbe ci sia divergenza di vedute. Ma intanto la norma è stata riconfermata. Cosa cambia rispetto all’anno scorso?
Ad oggi il Superbonus 110% ha raggiunto i 18 miliardi di euro di lavori ammessi a detrazione, per un totale di più di 107 mila cantieri. In manovra a dicembre il M5s ha ottenuto un risultato notevole, con la convergenza degli altri partiti di maggioranza: il prolungamento del Superbonus al 110% fino a tutto il 2023 per condomini e ex Iapc e a tutto il 2022 per le cosiddette villette. Inoltre, dal 2024 abbiamo previsto un “decalage” sulla percentuale dell’incentivo. Dopo questa accelerazione, il governo a gennaio ha deciso di tirare il freno col Sostegni-ter, limitando la circolazione dei crediti fiscali e restringendo alle sole banche il ruolo di cessionarie. Tutta la filiera è insorta: la misura del resto ha rianimato l’edilizia, comparto moribondo soltantoo due anni fa, e ha contribuito a creare 92 mila nuovi posti di lavoro. L’art. 28 del Ter è folle: non si può brindare al più 6,5% di Pil 2021 e poi “sparare” su uno dei principali strumenti di quella crescita.
Tra le tante polemiche dei giorni scorsi l’idea, avanzata dallo stesso Draghi, per cui i bonus favorirebbero truffe. Lei che ne pensa?
Le truffe sono il grande pretesto per depotenziare il Superbonus. Come dimostra chiaramente una tabella depositata in commissione Bilancio al Senato dall’Agenzia delle entrate, esse riguardano solo il 3% delle frodi complessivamente riscontrate sui bonus edilizi. Circa 130 milioni su 4,4 miliardi. E’ falso, quindi, asserire che si tratta “di una truffa tra le più grandi della Repubblica”, come hanno fatto in modo sprezzante Draghi e Franco. Siamo i primi a voler arginare le frodi, ma non possiamo accettare che si blocchi un meccanismo fiscale che sta creando valore aggiunto e occupazione, e che interviene sulla casa, il bene più caro agli italiani. Se al premier la misura non piace parli chiaro, senza trincerarsi dietro truffe inesistenti.
A dividere è anche il tema delle concessioni balneari. Anche in questo caso, però, si è arrivati a una riforma. Cosa è stato deciso dal Cdm?
Da riminese sono soddisfatto, tante proposte del M5s sono state recepite in Cdm: dal gennaio 2024 finalmente finirà il regime cristallizzato creatosi con anni di proroghe e rinvii che impedisce il rilancio dell’offerta. Si aprirà una nuova stagione di gare pubbliche, con clausole di premialità a favore delle imprese concessionarie “virtuose”, cioè in regola con i pagamenti e nei rapporti con lo Stato, e con il diritto di indennizzi a carico del subentrante per le perdite di mancato ammortamento e avviamento, da determinare con definiti indicatori economici. Inoltre ci saranno tutele specifiche per le imprese familiari più piccole e per i lavoratori.
Crede che il Parlamento sul tema delle concessioni, viste le tante polemiche, sarà unito o c’è il rischio ci si divida nuovamente?
In Cdm si è votato all’unanimità, ma Salvini continua a annunciare incontri continui coi balneari. La verità è che da anni li prende in giro. Noi abbiamo sempre lavorato per trovare un buon punto di caduta tra gli interessi dello Stato, quello degli imprenditori, quello dei lavoratori e infine quello dei clienti.
Altro tema è quello del caro-bollette, come dicevamo. Giorni fa Draghi ha promesso un “intervento ampio”. Cosa dobbiamo aspettarci?
Il governo stanzierà altre risorse, ma la “pandemia energetica” è talmente forte che per il M5s serve un altro scostamento di Bilancio. In Senato abbiamo presentato una mozione in 27 punti, una “cassetta degli attrezzi” per interventi immediati nel presente – soprattutto in tema di sgravi fiscali per le imprese energivore – e per riforme strutturali domani. C’è chi ancora parla di un piano trivelle per produrre più gas: una barzelletta. Passare da 3 milioni di metri cubi a 6 richiede decenni e in caso di escalation delle tariffe è perfettamente inutile. Dobbiamo pigiare l’acceleratore sulle rinnovabili: è giunta l’ora. Intanto, oggi, dobbiamo sostenere famiglie e imprese con più soldi: Draghi e restìo a un nuovo scostamento, ma secondo noi su questo fronte è necessario.