Sotto a chi tocca. Sono 341.012 le prenotazioni per i vaccini anti Covid per la fascia d’età 50-59 anni in Lombardia che ha aperto agli over 50. Lo rende noto l’assessorato al Welfare, Letizia Moratti, nell’ultimo aggiornamento. Tra gli over 50 lombardi, 169.851 erano già prenotati in altre categorie, mentre 336.724 sono già vaccinati con almeno una dose. Complessivamente dunque sono 847.587 50-59enni hanno preso appuntamento o sono stati già vaccinati, pari al 53,24 per cento del totale (qui il report nazionale).
Tutto fantastico se non fosse che si rischiano rallentamenti ingenti a partire dal prossimo 20 maggio. La causa? Il mancato rinnovo del contratto con AstraZeneca da parte dell’Ue La macchina vaccinale della Lombardia è in grado di garantire l’attuale ritmo di circa 85mila somministrazioni al giorno fino al 20 maggio, poi, in mancanza di altre dosi, rischia di frenare. In ogni caso, assicurano dall’assessorato, qualunque sia il vaccino su cui si investirà per supplire alle dosi mancanti, la scelta di puntare su grandi hub vaccinali, in grado di gestire basse temperature di conservazione, garantisce la tenuta della campagna vaccinale ai ritmi indicati dal piano. Rimane sempre la questione della mancanza di dosi senza le quali la campagna non decolla: a oggi, la Lombardia potrebbe somministrare, fanno sapere dall’assessorato, già ben oltre 100mila vaccini al giorno.
Intanto da Bruxelles tuonano che “la consegna di tutte le dosi previste dal contratto in vigore con AstraZeneca è la priorità. Il contratto resta in vigore fino alla consegna dell’ultima dose”. Così un portavoce dell’Esecutivo comunitario dopo le dichiarazioni del commissario Ue, Thierry Breton. “Il vaccino AstraZeneca è importante per il nostro portafoglio e viene somministrato a migliaia di europei. La società non ha rispettato gli impegni contrattuali e per questo la Commissione ha avviato un’azione giudiziaria. In passato abbiamo informato che non abbiamo esercitato l’opzione dei 100milioni di dosi aggiuntive. Non ci possiamo pronunciare per il futuro”.
Il portavoce della Commissione europea ha ricordato che AstraZeneca nel primo trimestre ha consegnato 30milioni di dosi e che per il secondo trimestre ha annunciato la distribuzione di altri 70milioni di sieri, insistendo sulla necessità che tutti gli shot pattuiti arrivino ai Paesi dell’Ue. è stato inoltre precisato che l’avvio o la conclusione dei contratti con le compagnie farmaceutiche è sempre una decisione che spetta alla Commissione assieme agli Stati membri.
D’altro canto, dalla casa farmaceutica Pfizer Biontech fanno sapere che non è necessaria un’altra formula contro le nuove varianti di Sars-Cov-2. Per l’esattezza affermano che “non ci sono indicazioni” che una nuova formula del vaccino Pfizer sia necessaria contro le varianti. Ma se tra l’opinione pubblica c’è un fuggi-fuggi per sottrarsi alla somministrazione di Astrazeneca, i numeri dicono altro.
Dall’inizio della campagna vaccinale sono state 56.110 le segnalazioni di sospetti eventi avversi su un totale di 18.148.394 dosi somministrate. Lo scrive l’Aifa nel quarto rapporto sulla vigilanza. Il tasso di segnalazione risultante, si legge nel rapporto, è di 309 ogni 100mila dosi, di cui il 91% sono riferite a eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. “Come riportato nei precedenti Rapporti, gli eventi segnalati insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (85% dei casi)”.
Le segnalazioni gravi corrispondono all’8,6% del totale, con un tasso di 27 eventi gravi ogni 100mila dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose, prima o seconda, e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. Per quanto riguarda le trombosi a seguito del vaccino AstraZeneca, prosegue la nota, le segnalazioni sono in linea con quelle del resto d’Europa. “In Italia, fino al 26 aprile 2021, sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 29 segnalazioni di trombosi venose intracraniche e 5 casi di trombosi venose in sede atipica – scrive l’Aifa -.
La maggior parte di questi eventi – 22 casi, 65% – hanno interessato le donne con un’età media di circa 48 anni e solo un terzo dei casi circa gli uomini (12 casi, 35%) con un’età media di circa 52 anni. Il tempo medio di insorgenza è stato di circa 8 giorni dopo la somministrazione della 1a dose del vaccino Vaxzevria”. La maggior parte delle segnalazioni avverse sui vaccini somministrati in questa Campagna contro il covid sono relative al vaccino Comirnaty della Pfizer (75%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (70,9% delle dosi somministrate), e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria-AstraZeneca (22%) e al vaccino Moderna (3%), mentre non sono presenti segnalazioni relative a Covid-19 Vaccino Janssen (0,1% delle dosi somministrate).