di Lapo Mazzei
Altro che ineleggibilità e legge contro i partiti che non sono tali. A dar manforte al partito carsico degli antiberlusconiani a tutti i costi ci pensa la magistratura. In tutte le sue declinazioni. E lo fa nel solito modo, entrando nel dibattito politico a gamba tesa, con due motivazioni in una giornata sola.
La prima è stata scritta dai giudici della Corte d’appello di Milano e riguarda la conferma della condanna nella vicenda dei diritti Mediaset. La seconda arriva dai giudici della Cassazione che spiegano il “no” al trasferimento dei processi Ruby a Brescia. In entrambi i casi l’oggetto del desiderio è l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda il processo sui diritti televisivi, i giudici della Corte di Appello che hanno confermato la condanna a 4 anni e cinque d’interdizione dai pubblici uffici parlano di “un sistema portato avanti per molti anni” da Berlusconi e “proseguito nonostante i ruoli pubblici assunti. E condotto in posizione di assoluto vertice”, ovvero la presidenza del Consiglio.
Per i giudici “vi è la piena prova, orale e documentale, che Berlusconi abbia direttamente gestito la fase iniziale per così dire del gruppo B e, quindi, dell’enorme evasione fiscale realizzata con le società off shore”. E poi c’è la Cassazione con il processo Ruby. L’istanza di trasferire i processi da Milano a Brescia (richiesta fatta dai difensori dell’ex premier) secondo gli ermellini sembra “ispirata da strumentali esigenze latamente dilatorie” piuttosto che “da reali e profonde ragioni di giustizia”. Inoltre l’assunto alla base della richiesta, secondo cui esistono “contesti deliberatamente persecutori o complottistici dell’intera autorità giudiziaria milanese”, è “un’accusa infamante.Sono state superficialmente dileggiate” da Berlusconi anche le componenti del tribunale civile di Milano che ha deciso sull’assegno mensile di separazione a favore di Veronica Lario, sostiene ancora la Cassazione, ricordando che Berlusconi in tv le aveva definite “giudicesse femministe e comuniste”.
Sulle considerazioni dell’imputato Berlusconi rispetto invece al lavoro dei pm Bocassini e De Pasquale, la considerazione è che “i pm fanno il loro mestiere”. I legali di Berlusconi, Ghedini e Longo, hanno annunciato che presenteranno ricorso. “La motivazione della Corte di Cassazione in merito alla richiesta di spostamento del processo a Brescia non appare in alcun modo condivisibile e i successivi accadimenti, in particolare la decisione assunta dalla Corte di Appello di Milano, dimostrano la fondatezza delle ragioni del presidente Berlusconi” affermano in una nota Niccolò Ghedini e Piero Longo, parlamentari del Pdl e suoi legali. Insomma, i giudici milanesi hanno torto. Punto.
Nessun commento dal Pd
Al di là di questo dettaglio, la montagna di carta partorita dai magistrati serve a rilanciare la battaglia per la ineleggibilità del Cavaliere, ovvero il topolino cavalcano dai grillini. “Più che la nostra convinzione”, le motivazioni dei giudici sulla condanna di Berlusconi, “rafforzano la necessita che sia dichiarato ineleggibile”, sostiene Roberta Lombardi, capogruppo del M5s alla Camera. “Il nostro è un commento che non avremmo mai voluto dare perché parlare ancora delle sentenze e delle condanne di Berlusconi, considerando i problemi reali del Paese, è veramente insopportabile”. Però non rinuncia a farlo. “La magistratura”, sostiene ha fatto il suo corso e ha spiegato esattamente le motivazioni della sentenza. Questa persona – che ha agito per evadere il fisco e lo ha anche sempre ammesso, dicendo quanto questo fosse bello e necessario – è stata svariate volte presidente del Consiglio e siede ancora all’interno delle aule del Parlamento”.
Dalle fila del Pd nessun commento ufficiale. Ma basta sondare a microfoni spenti un bel po’ di deputati e senatori democratici per scoprire che sono in molti a pensarla come la grillina Lombardi. E proprio per evitare inutili fughe in avanti tocca a Matteo Renzi vestire i panni del pompiere. “Lo dico da iscritto al Pd: per vincere non possiamo squalificare gli altri. Dobbiamo convincere gli italiani, vincere con le nostre idee, non con i giochini e i regolamenti” dice il sindaco di Firenze, riguardo il ddl Zanda-Finocchiaro e l’ipotesi che Berlusconi sia dichiarato ineleggibile.
Al temine della giornata, dopo che l’intero Pdl si era schierato al suo fianco, è arrivato il commento di Berlusconi. “Le motivazioni della sentenza della Corte di Appello di Milano nella vicenda Mediaset sono davvero surreali” ha affermato in una nota. “Mai ho avuto conti all’estero, come risulta indiscutibilmente dagli atti. Mai neppure un centesimo delle asserite violazioni fiscali mi è pervenuto così come parimenti risulta dagli atti. Tutti i proventi dei diritti sono rimasti in capo alle aziende di terzi che li commercializzavano”.